L’Ospedale di Velletri resta al centro del dibattito politico e civico. Il “Paolo Colombo” finora ha diviso maggioranza e opposizione. Il Sindaco Pocci, affiancato dal consigliere Ognibene, non è quasi mai sceso nel merito di richieste di chiarimento e accuse ribadendo prima di stare lavorando in silenzio e poi di aver ottenuto il massimo possibile con il finanziamento di 27 milioni per la ristrutturazione del nosocomio. Sarebbe l’investimento più oneroso mai fatto per la nostra città, come ha detto anche l’assessore regionale D’Amato.
UN OSPEDALE RIDIMENSIONATO
Dall’altra parte, Italia Viva compresa, che ha lasciato la maggioranza, le accuse riguardano i servizi: secondo quanto approvato in conferenza dei sindaci, sarebbero davvero molti gli ambulatori e i reparti destinati a trasferimento o ridimensionamento. Alcuni di questi sono già “andati via” (Chirurgia Vascolare e Urologia negli ultimi tempi, con la straziante lettera degli operatori pubblicata anche sui social).
ADEGUAMENTO SISMICO, FUNZIONALE, STRUTTURALE
La conferenza stampa in pompa magna convocata al Teatro Artemisio in quel di giugno ha in effetti lasciato l’impressione di un enorme investimento sull’infrastruttura ma solo per adeguare e migliorare gli spazi. Non che non sia utile, è chiaro, ma di implementazione dei servizi si è parlato davvero poco e le uniche migliorie degne di nota per il paziente a livello medicale e non strutturale sarebbero i maggiori spazi del Pronto Soccorso e il ritorno della Gastroenterologia/Endoscopia Digestiva. Perplessità avanzate da operatori e politici, a cui però il Sindaco non ha dato una risposta. Intanto anche il Punto Nascita rimane chiuso ed è in piedi un ricorso al TAR per la sua riapertura. Le speranze concrete non sembrano troppe, al netto dei tentativi del consigliere Righini e degli appelli vari. La sanità si basa sui numeri, purtroppo, e per quanto inconcepibile questa è la realtà attuale (e ingiusta).
POCCI LODA ASL E REGIONE
Il Sindaco Pocci, in nottata (era circa mezzanotte), ha pubblicato alcune dichiarazioni che restano sul tenore della comunicazione fin qui utilizzata dal suo staff: “Tra pochi giorni sarà espletata la gara per l’affidamento dell’incarico di progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei Lavori e Coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori degli Interventi di adeguamento sismico, tecnologico e funzionale dell’Ospedale Civile Paolo Colombo di Velletri (Roma). Un passo avanti fondamentale per avviare i lavori di ristrutturazione e adeguamento per i quali sono stati stanziati oltre 27 milioni di euro. L’incarico professionale avrà un valore a base d’asta di 1.528.989,53 euro, somma che indica la complessità dell’opera che ricordo interesserà l’intero edificio con adeguamenti antisismici, ammodernamento dei locali e delle attrezzature. Seguo con attenzione e concretezza le vicende dell’ospedale e apprezzo la coerenza della Regione Lazio e dalla Asl Roma 6 che stanno mantenendo gli impegni presi con la cittadinanza”.
NUOVO OSPEDALE DI VELLETRI?
Il primo cittadino, insomma, ribadisce che gli interventi sono di adeguamento sismico, tecnologico e funzionale raccontando ai cittadini la burocrazia e la partenza della gara di progettazione senza però fare menzione riguardo ai servizi tolti (la lista, lunga, è stata più volte ribadita). La dicitura utilizzata dalla comunicazione ufficiale, che parla di “Nuovo Ospedale di Velletri”, è forse impropria. E diventa anche difficile erogare servizi senza un potenziamento del personale, dei macchinari e dei reparti. Bene ha detto il direttore Narciso Mostarda quando, proprio a Velletri, si è premurato di spiegare che ogni nosocomio deve essere pensato per la sua posizione e quello di Velletri essendo in pieno centro deve lavorare sulle emergenze. Ma la sanità territoriale è importante anche in rapporto alla popolazione e offrire dei servizi (come ad esempio il parto) a un bacino di quasi 80mila persone solo fra Velletri e Lariano non è male, anzichè mandare tutti al NOC. Nessuno pretende un Policlinico a Comune, ma forse la città più grande dei Castelli e della provincia di Roma potrebbe azzardare una pretesa simile.