Al Teatro Aurora di Velletri “Il precipizio” per la regia di Christine Hamp
Il 28 novembre, alle 10 e alle 20.30, andrà in scena al Teatro Aurora di Velletri “Il precipizio”, testo di Tiziana Colusso per la regia di Christine Hamp dedicato al Massacro del Circeo. La rappresentazione è a cura di Cuspide e Associazione X-Pression.
IL TESTO
Il precipizio. Teatro delle voci per Donatella e Rosaria (Plaquette Teatro 2020 per la residenza creativa “Il Mare di Circe”). Un testo, dove la scrittura poetica e la polifonia delle voci di atti processuali, interviste, brevi testi di altri autori, persino indicazioni per scalatori, mescolano mito (quello della maga Circe) e cronaca (quella del “Massacro del Circeo”, che risale al 1975).Un testo necessario che racconta “lo gnommero del mondo, nel quale nessuna storia è separata dalle altre e nessuna creatura ha più o meno valore delle altre”. Il testo non è stato mai rappresentato.
UN INNO ALLE DONNE. UN INNO ALLA FRATELLANZA. UNA DENUNCIA SOCIALE ASSORDANTE. UN TESTO POTENTE E DELICATO.
SINOSSI E NOTE DI REGIA
Non metto in scena vittime e carnefici. Metto in scena testimonianze. Come dice Tiziana Colusso “ una rete di parole potenti più di qualsiasi formula magica. Se c’è una cosa
immortale sono proprio le parole del giusto e del vero.” Le narratrici che ricordano il loro vissuto di ragazze più o meno giovani all’epoca del “fattaccio” entrano e escono dal “corpo-coro” che a sua volta getta un ponte tra il passato delle storie narrate e il presente degli spettatori. E metto in scena immagini. La metafora della fune, che può essere ancora di salvezza, può creare connessioni ma può anche strangolare. I 4 ELEMENTI come metafora di un processo che ha disperso e insabbiato testimonianze nonché bruciato speranze di giustizia. Un filo spinato come una ragnatela che rende impossibile la fuga dal pericolo. Un rametto spezzato come una vita spezzata. Una porta che si chiude come una trappola. Il mostro a tre teste che incombe come ombra inquietante sul placido mare. Racconto la luce della possibiltà di cambiamento senza nascondere le tenebre che portano alla violenza di genere, alla violenza in generale e al riaffacciarsi dello squadrismo. E Circe che tutto vede e prevede, che ammonisce, che si racconta e si congiunge agli uomini così come il Monte Circeo, in tempi remoti una vera e propria isola, si è congiunto alla terraferma.