Don Gaetano Zaralli, il ricordo indelebile tra le sue pagine

Altre Notizie

La prossima settimana vorremmo riprendere l’appuntamento settimanale con gli scritti di don Gaetano Zaralli (1933- 2018) per non dimenticare o per far conoscere la forte personalità di un sacerdote sui generis vissuto in anticipo rispetto ai tempi.

Nei sette libri, editi nel biennio 2016/17, don Gaetano ha voluto raccogliere gran parte della sua esperienza pastorale vissuta con dedizione profonda, sempre aperto al dialogo specie con i cosiddetti “lontani”, pronto ad ascoltare e a fare propri i bisogni e i crucci della gente che da lui accorreva sicura di trovare conforto.

La messa dialogata, che celebrava già dagli anni Settanta, senza che nulla fosse preparato, ma che scaturiva dagli eventi contingenti e che riusciva sempre a riportare al Vangelo appena letto, perché fosse incarnato nella vita di tutti i giorni, era una perla rara.

Contornato sull’altare dai tanti bambini presenti ogni domenica, riusciva a far partecipare tutti con i canti, facendo loro “raccontare la Messa”, facendoli intervenire e, spesso la loro spontaneità, la loro semplicità era spunto di riflessione per tutta la numerosa assemblea presente.

Col suo modo di fare benevolo, sornione, allegro, colto e umano riusciva a coinvolgere chiunque fosse presente, anche se era solo un invitato occasionale, un passante curioso religioso o ateo che fosse. La messa non finiva in un’ora, perché ognuno portava a casa un pensiero su cui discutere in famiglia nei giorni successivi… e si era grati e felici di poter tornare la settimana dopo per confrontarsi in amicizia, con rispetto delle diversità, alla luce del messaggio evangelico.

Un altro aspetto molto importante della sua pastorale era il modo di fare la catechesi per ogni Sacramento, esclusivamente fatta da lui sacerdote con l’aiuto dei genitori, i quali diventavano automaticamente i catechisti dei loro figli.

Pochissimi incontri, ma efficaci, con genitori e padrini per il Battesimo senza giudicare le relazioni tra gli adulti; la sola preoccupazione era riconoscere la gioia di voler accogliere una nuova vita e volerla presentare ufficialmente alla Comunità parrocchiale.

Nella chiesa più piccola di Velletri, ogni anno c’erano decine e decine di battesimi provenienti anche dai paesi vicini.

Per il sacramento dell’iniziazione o Prima Comunione si richiedeva, nel primo anno, la presenza, senza nessun appello o obbligo, alla Messa domenicale, poi i bambini e i genitori venivano invitati a scrivere le proprie riflessioni su quanto vissuto “Racconta la Messa” per capire, approfondire, creare un filo che unisse genitori, bambini e sacerdote.

Il secondo anno, oltre all’incontro domenicale, le famiglie sceglievano un pomeriggio settimanale affinché in gruppi ristretti si potessero affrontare i vari temi necessari e utili. Da quegli incontri scaturivano interessanti discussioni e il problema di uno diventava motivo di riflessione per tutti, bambini e genitori insieme si ritrovavano e si riconoscevano. Ogni anno erano più di cento famiglie che seguivano questo tipo di catechesi tutti seguiti da don Gaetano in persona.

Circa la Confermazione o Cresima i ragazzi, dai sedici anni in su, seguivano degli incontri ricchi di spunti capaci di far riflettere le giovani menti affinché la scelta finale fosse certa e responsabile. Il dialogo, scevro da pregiudizi e da idee preconfezionate o da imposizioni ideologiche, era l’arma vincente perché circa Sessanta ragazzi ogni anno seguissero il corso di catechesi con gioia e impegno.

Non ultimo don Gaetano il sabato sera dalle 19 seguiva le coppie di nubendi (circa 20 ogni anno) con i quali il dialogo era ancora più radicato sui diritti e doveri di una coppia cristiana perché la scelta del Sacramento del Matrimonio, fosse una scelta oculata e libera.

Con tutti, dai bambini agli adulti, nonni compresi, si veniva ad instaurare un rapporto di stima e di fiducia che spesso proseguiva anche dopo l’adempimento del singolo evento.

Il lavoro di don Gaetano era immenso anche perché raccoglieva sul suo computer tutti gli scritti dei bambini, dei ragazzi, dei genitori, degli sposi, ma era un lavoro che amava e che faceva con dedizione.

Gran parte di questo lavoro ha voluto riportarlo su dei libri negli ultimi due anni di vita ed essi sono stati anche per lui motivo di vita.

Ada Rita Avallone