ECHI – risonanze di arte contemporanea, a Velletri
In un sabato pomeriggio autunnale, l’antico Convento di San Francesco a Velletri si apre agli occhi dei curiosi come uno scrigno dimenticato che, per pochi giorni, torna a vivere grazie a “ECHI” una mostra che mirabilmente fonde il presente con la storia. Lo spazio, suggestivo e intriso di secoli di memorie, accoglie dieci artisti del territorio, ciascuno con una voce unica, pronta a rompere il silenzio attraverso opere che vibrano di emozioni, racconti e impegno sociale.
Il titolo, “ECHI”, è molto più che una mera scelta simbolica: è una vera dichiarazione di intenti. Entrare in questo luogo è come immergersi in una nuova dimensione dove passato e presente si amalgamano.
È percepire materialmente l’eco di un grido lontano che continua a rimbalzare nelle sale, diventando sempre più forte, sino a infrangere il muro dell’indifferenza lasciandone un cumulo di macerie. È così che l’arte si trasmuta in un mezzo per combattere l’oblio, la dimenticanza.
Divenendo una lente di ingrandimento per osservare più accuratamente, una fucina di riflessioni su tematiche profonde e, nel contempo, donando nuova vita ad un luogo “dimenticato” che, esattamente come gli artisti, assieme agli artisti, sembra gridare per essere visto, per essere ascoltato, per essere ricordato.
Camminando in questo percorso visionario, fisico e concettuale, si incontrano opere diverse che trattano tematiche importanti, ci si inoltra in un cammino dai colori sgargianti ed emozioni potenti.
Gli artisti che hanno avuto l’opportunità di esprimere se stessi e la propria arte, all’interno di questo contenitore d’eccezione sono:
Andrea Arezzo, Daniele Cedroni, Alessandra Cerini, Lidia Cestari, Alisea Ciafrei, Alice del Ferraro, Graziano Leoni, Tullia Nocca, Adriano Scenna, Sonia Wickham
Ognuno di loro, con il proprio stile e la propria personale poetica, contribuisce a far vivere un’esperienza multisensoriale, in cui non solo la vista ma anche l’udito gioca un ruolo cruciale. L’esperienza artistica si completa con le performance musicali che contribuiscono ad arricchire ulteriormente l’atmosfera, caricandola di intensità.
Il 12 ottobre, Corrado Maria De Santis ha avvolto le opere d’arte con le note della sua musica, creando un intreccio quasi metafisico tra suoni e immagini che ha reso ogni istante ancora più vivo e ieri, 17 ottobre, è stato il turno di Raffaella del Ferraro in Ramide.
La mostra lungi da essere solamente un’esposizione di opere, è un viaggio dentro l’anima del territorio di Velletri, un invito a riflettere su cosa significhi essere artisti oggi, in un mondo che, sovente, non sembra pronto a concedere loro lo spazio che meriterebbero.
È in questa chiave di lettura e di interpretazione che lo spazio espositivo diviene anch’esso protagonista: il Convento, con le sue spesse mura segnate dal tempo, è la metafora perfetta delle difficoltà e delle lotte che gli artisti contemporanei devono affrontare per poter essere ascoltati, per poter permettere alla loro voce di spandere un’eco in questo nostro mondo reso sordo dall’indifferenza.
Per chi è alla ricerca di un’esperienza immersiva e profonda nella cultura, questa mostra è una tappa obbligata.
È un richiamo per tutti coloro che credono nel potere immortale dell’arte di trasformare spazi, di ridare voce a luoghi dimenticati e, soprattutto, di rendersi portavoce di temi fondamentali per la nostra società.
La sensibilità degli artisti unita al valore storico del Convento, crea una sinergia capace di toccare corde profonde in chiunque decida di lasciarsi trasportare dagli “ECHI”.
Vi invito davvero ad andare a visitare questa piccola perla di arte e cultura che sarà aperta al pubblico sino a sabato 19 ottobre compreso.
Graziano Cedroni