“Fusione nucleare: facciamo chiarezza” con Velletri 2030

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Poco più di un mese è passato da quando quasi tutti i media nazionali e internazionali hanno contribuito a creare una grande illusione sul contributo della fusione nucleare al problema della produzione energetica e di conseguenza alle mutazioni climatiche. Ma non è così!

Secondo quanto affermato durante la conferenza stampa degli scienziati della National Ignition Facility nei Lawrence Livermore National Laboratory USA, occorreranno alcune decine di anni di ricerca prima che il metodo da loro usato possa essere scalato e impiegato a livello commerciale per produrre energia.

Il fisico italiano Piero Martin, docente dell’Università di Padova e responsabile della fisica per DTT (Divertor Tokamak Test facility), uno degli esperimenti italiani di fusione nucleare, in costruzione nel centro Enea di Frascati, in una intervista rilasciata alla rivista scientifica Focus ha spiegato “Si tratta di un esperimento “faraonico”, non semplice da riprodurre in un reattore, infatti, solo per far fondere la capsula sono stati necessari 192 giganteschi laser, usati in genere per simulare le esplosioni delle armi atomiche. Un risultato scientifico di grandissima importanza, ma che non potrà avere un’applicazione immediata. La sfida di questo nuovo nucleare, che per il momento produce solo calore, è funzionare in maniera efficiente, anche per un’azienda elettrica”.

Forse il dato migliore uscito dall’esperimento del NIF è l’ulteriore conferma che produrre energia mediante fusione nucleare non è più un problema fisico (“si può fare?”), ma ingegneristico (“come lo facciamo?”). I processi fisici alla base sono sempre più compresi, oggi si tratta di ostacoli tecnici da superare prima di poter costruire una centrale elettrica funzionante. 

In sintesi, non facciamoci illusioni. Vi aspettiamo numerosi per parlarne insieme all’esperto Antonio Cucchiaro e confrontarci in una sorta di dibattito, mirato a creare conoscenze sul fenomeno e la consapevolezza sull’importanza dell’energia in quanto motore di ogni attività umana, e sui tentativi della scienza di trovare nuove vie per produrla in forma utilizzabile.

Coloro che non hanno potuto seguire dal vivo il Seminario “Il Mediterraneo e il nuovo mondo dopo l’Ucraina”, possono rivedere la registrazione sul canale YouTube, link: https://youtu.be/IDu_6pe3qBI