Il ricordo di Pio e Augusto Moretti, martiri di Velletri alle Fosse Ardeatine

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I due martiri, Pio e Augusto Moretti, vittime della rappresaglia delle Fosse Ardeatine erano i fratelli di mia madre. A loro è stata dedicata, nel 1982, la scuola elementare di Ponte di Mele.

IL RICORDO

I miei genitori avevano la vigna a Contrada Paganico e si rifugiarono nella grotta di famiglia: erano una quindicina di persone. Nascosero un americano, forse un ranger proveniente dalla battaglia di Cisterna, che fu una delle più cruente. Di circa 700 rangers se ne salvarono soltanto una decina. Ci fu una spiata, però, e il 7 marzo arrivarono i tedeschi, caricarono tutti su un camion, compreso mio nonno che era stato operato all’anca e mia madre visibilmente incinta.

IL RICONOSCIMENTO DELLE SALME

Furono portati tutti a Roma, tranne mio nonno, che intralciava la colonna, e mia madre. Loro furono spediti a Viterbo. Gli altri furono rinchiusi nel carcere romano di Regina Coeli. Dopo la liberazione di Roma, a luglio del 1944 arrivò una comunicazione che invitava a recarsi alle Fosse Ardeatine per l’eventuale riconoscimento delle salme. Mia madre andò sola… Quello che vide le procurò malesseri per il resto della sua vita, riconobbe i suoi fratelli Pio e Augusto Moretti dagli abiti che ancora indossavano dal giorno della cattura.

GLI ORRORI

Mia madre racconta che durante il tragitto da Roma a Viterbo un tedesco voleva spararle sulla pancia per vedere se suo figlio fosse maschio o femmina. Fu dissuaso da un altro tedesco perché disse che il nascituro poteva essere un maschio utile per le guerre future.

Si ringrazia la nipote Anna Stradino per il ricordo.