Mister Nanni prima di congedarci vorremmo fare una chiacchierata con lei circa l’andamento della stagione.
Partiamo dall’inizio: sono stato contento di essere riuscito a riunire ragazzi con i quali ci eravamo fatti una promessa cinque anni fa e creare un gruppo ampio con giocatori provenienti anche da altre realtà. Questo, purtroppo però, a mio modesto parere, è stato un limite che non ci ha permesso di creare, amalgamare ed affiatare il gruppo. All’inizio eravamo tanti pertanto trovare spazio cercando comunque di creare anche un’identità di squadra non è stato facile, tant’è che poi nel corso della stagione abbiamo perso qualche ragazzo. Per un allenatore perdere i giocatori non è mai un aspetto positivo, di ciò me ne rammarico; tornassi indietro non creerei una rosa con così tanti giocatori. C’è da dire che chi sceglie si espone sempre a giudizi, giustamente, anche scontentando qualcuno ho sempre cercato di pensare al bene di Olimpya.
Premesso ciò, mi riallaccio a quanto dichiarato in estate, ovvero che auspicavo un girone competitivo, ma in totale onestà non credevo così impegnativo come il nostro, dove tolte 2-3 squadre, per il resto si poteva vincere o perdere con tutte. Compagini allenate da allenatori competenti e formate da giocatori di assoluto livello. Questo c’ha portato ad essere molto altalenanti e ad alternare ottime prestazioni, a figure non degne del blasone del nostro roster. Comunque la stagione tra alti e bassi è andata avanti, abbiamo concluso con un 7° posto che spero sia di buon auspicio per il futuro, spero serva da base per il lavoro del mister che verrà.
Sono rammaricato per la Coppa, dove comunque uno scellerato regolamento stilato dal Comitato, comunicatoci tra l’altro solo a poche ore dall’inizio della manifestazione, ha portato a creare praticamente un campionato parallelo; basti pensare che il nostro girone era composto da 6 squadre con gare di andata e ritorno da disputarsi nella serata del mercoledì, quindi immaginate le difficoltà logistiche e di allenamento in quanto proprio in virtù di ciò, spesso ci siamo trovati costretti ad annullarli. Avevamo effettuato l’iscrizione alla Coppa convinti che il regolamento fosse quello degli anni passati e l’avevamo fatto per dare spazio a chi ne trovava meno in campionato, restando in pochi, purtroppo, abbiamo dovuto rivedere il tutto. Comunque non abbiamo superato il primo turno per 1 solo punto. Il rammarico è questo in quanto la coppa mi affascina e ci tenevo ad arrivare più lontano possibile; alle volte purtroppo il risultato è determinato anche da ciò che succede sugli altri campi e nel nostro caso non è stato benevolo.
Ci ha appena dichiarato che ci sarà quindi un nuovo allenatore per la prossima stagione?
Si. Come ho comunicato agli altri miei due compagni di viaggio, Maurizio e Matteo, a fine stagione lascerò Olimpya. Lo faccio per motivi strettamente personali e perché ritengo che per partecipare a campionati del nostro livello, devi essere spinto da tanta passione e da stimoli forti; ecco io in questo momento non ne ho. Mi dispiace perché con questa scelta lascerò ragazzi con cui, per limiti anagrafici, non so se sarà possibile collaborare ancora in futuro, però ripeto per fare sport nelle nostre categorie devi avere quella passione che per svariati motivi mi è andata sempre più scemando.
Resterò comunque con una collaborazione esterna. Lascio una società sana sotto l’aspetto economico e che ha voglia di proseguire in futuro. Già sono stati contattati alcuni allenatori e sicuramente credo che a breve la società provvederà ad annunciarvi il nome in modo da poter programmare la stagione che verrà.
Avevate creato uno staff invidiabile, come ha lavorato e collaborato con loro?
Assolutamente si. Ci siamo creati ed abbiamo lavorato in simbiosi e armonia durante tutta la stagione. Daniele Di Cocco, quando ha potuto, lavoro permettendo, ha preparato i nostri portieri e comunque, data la sua esperienza, è stato anche un efficace consigliere. Daniele Favale è stato un dirigente sempre attento, alla sua prima esperienza, ma che comunque ha svolto il ruolo come se fosse stato un veterano. Alessio Antonetti, non sono io a doverlo presentare, ha collaborato con me sul campo non facendo mai mancare il suo apporto/supporto al sottoscritto ed ai ragazzi.
Per quanto riguarda i giocatori invece?
Bè loro sono i protagonisti. Non nego che ce ne sono alcuni con cui ho un rapporto bellissimo che dura da anni, con altri si è creato un bel feeling e con altri purtroppo no. Quando succedono queste situazioni, come ripeto, qualche errore è stato commesso e per quanto mi riguarda me ne dispiaccio; lo sport dovrebbe servire ad aggregare e ad unire.
Se fossimo riusciti a lavorare bene in allenamento sicuramente più di qualcuno avrebbe avuto una crescita maggiore. Sono soddisfatto e ringrazio chi c’è sempre stato dall’inizio alla fine, ma allo stesso tempo ringrazio anche chi ha iniziato e poi è andato via, perché comunque si è messo a disposizione per la causa. Alcuni di loro sono tornati ad avere quel rendimento che seguendo un po’ le classifiche erano anni che non vedevo più, uno tra tutti Francesco Manciocchi che è tornato ad avere una vena realizzativa pari a 39 gol tra campionato e coppa e che, a mio modesto parere, dovrebbe calcare categorie più importanti rispetto alla serie D. Seguiterei volentieri con tutti gli altri ma per paura di omettere qualcuno preferisco non proseguire e lasciare spazio visivo alle classifiche personali pubblicate da voi.
Ora passiamo ad un argomento più delicato, cosa ci dice sulla categoria arbitrale?
Questa è una nota un po’ dolente, in quanto la serie D, essendo per importanza l’ultima delle categorie, purtroppo si trova di tutto, dall’arbitro alle prime esperienze a quello a fine carriera. Con alcuni di loro, si crea quel rapporto che è funzionale alla gestione della gara e che fa si che una partita anche tirata si disputi secondo le regole del futsal e si svolga correttamente dall’inizio alla fine. Altri purtroppo a mio modesto parere non possono rivestire un ruolo così importante e delicato che tramite l’esercizio del suo potere può, in partite combattute, andare ad influire sul risultato finale. Capisco che è l’ultima delle categorie, però secondo me nell’ effettuare le designazioni non ci vuole molto a capire il livello di difficoltà della partita e a scegliere l’arbitro più adatto. Ci sono campi più focosi ed altri più tranquilli, società può scorbutiche ed altre più accomodanti, secondo me chi è preposto ad effettuare questo tipo di scelte, dovrebbe conoscere il panorama futsalistico ed effettuare i giusti accoppiamenti, invece il più delle volte purtroppo non è così.
Ogni settimana sfogliando i comunicati è impensabile leggere di liti in campo, aggressioni agli arbitri e squalifiche lunghissime. A noi ci sono capitate partite nelle quali solo grazie all’amicizia con l’avversario di turno, non siano sfociate in rissa; arbitri provenienti dal calcio a 11 e che pertanto non avevano piena conoscenza del nostro regolamento, altri arbitri che hanno letteralmente inventato regole. Sicuramente i ragazzi che scendono in campo spesso sono troppo esagitati, però anche l’atteggiamento di alcuni direttori di gara, alle volte è fin troppo autoritario e provocatorio.
Un altro aspetto che francamente mi ha deluso più del solito è stata la mancanza di comunicazione con il Comitato Provinciale; in pratica, se non durante il periodo delle iscrizioni, non hanno mai o quasi risposto alle mail delucidatorie che venivano inviate. Capisco che le incombenze sono tante e che, forse, anche per i componenti trattasi di quasi volontariato, ma allora dessero modo di potersi inserire in un contesto chiuso a chi avrebbe voglia di apportare idee nuove e perché no voglia e motivazione. A mio modesto parere non ci vuole molto a sistemare alcuni fattori chiaramente sbagliati e che scontentano tutti, dalla creazione dei gironi agli spostamenti di gare che avvengono, in alcuni casi, addirittura su imposizioni provenienti dal Comitato stesso sulla base di chissà che cosa. Si potrebbe parlare ancora a lungo ma preferisco tacermi.
Un’ultima domanda, ha già in mente qualcosa per il futuro?
Voglio effettuare un ringraziamento generale in primis agli sponsor che con il loro supporto ci hanno permesso di iniziare questa realtà, alla società, al mio fantastico staff ed ai giocatori tutti, sia a chi ha deciso di andare via per l’impegno profuso fino alla sua permanenza, sia ai fedelissimi che hanno accettato incondizionatamente di iniziare e portare avanti la stagione sino al termine. Nonché a Simone, il gestore dell’impianto sportivo che ci ha dato la possibilità di sentirci a casa.
Per il futuro dovrei tornare ad avere quella passione e devono tornarmi gli stimoli che mi hanno sempre contraddistinto durante la mia carriera, intanto faccio il mio più sincero augurio ad Olimpya di creare in futuro ciò che non ci è riuscito in questa stagione.