Sarà Tiziana Pepe Esposito, in coppia con Roberto D’Ottavio, a correre nelle liste di Forza Italia quale Candidata al Consiglio Regionale a sostegno di Francesco Rocca Presidente per le imminenti Elezioni Regionali del 12 e 13 febbraio. Persona di riferimento per il territorio di Velletri e dei Castelli, in questa lunga intervista motiva alla nostra Redazione le ragioni della scelta di scendere in campo e spiega con accuratezza i progetti e i programmi per diversi settori della società.
Come nasce la sua candidatura al Consiglio Regionale e perché ha deciso di intraprendere questo cammino?
La mia candidatura è stata inaspettata: era inaspettato era che qualcuno me lo chiedesse. Ho chiesto il motivo di questo interessamento e mi è stato coralmente risposto che ero la persona migliore e più adatta per rappresentare le istanze del nostro territorio, nell’unica istituzione che può veramente contribuire al suo rilancio. Ho avuto un momento di perplessità ma dopo essermi confrontata con la mia famiglia e le persone che da sempre fanno politica nella mia comunità ho deciso di accettare. Dopo più di un mese che attraverso l’enorme collegio elettorale in cui debbo presentarmi ai cittadini inizio anche ad esserne orgogliosa e soddisfatta. Non pensavo di trovare così tante persone che mi stimano e mi vogliono bene. Un motivo in più per non deluderle e una responsabilità che intendo onorare con il mio massimo impegno ed onestà. Qualcuno mi ha chiesto se l’essere donna ha influito in questo. Si, ha sicuramente influito ed era ora. Anche le donne sono chiamate finalmente a dare il loro contributo nell’interesse di tutti e a dimostrare il loro valore. Io ce la metterò tutta.
Partiamo da una domanda su un settore particolarmente delicato, quello della sanità regionale. La pandemia ha messo in evidenza ancora di più l’importanza di un servizio sanitario regionale efficace ed efficiente. Che cosa proporrà, se eletta, in questo ambito?
È arrivato il momento di porre fine all’eterna contrapposizione tra quella pubblica – che è e resterà per me fondamentale nella salvaguardia della salute dei cittadini del Lazio – e la sanità fatta dai privati, che con le sue eccellenze spesso ci permette di rimediare alle mancanze di quella pubblica e ne facilità le risposte agli eccessi di domanda che pur ci sono. E che vanno gradualmente ed incisivamente diminuiti con una maggiore e migliore prevenzione, utilizzando anche i presidi ospedalieri di comunità con cui filtrarne gli accessi e quindi gli eccessi. Che sono costosi ed inevitabilmente pregiudicano poi tutto il restante. Ed è esattamente quello che farò per il territorio in cui vivo, il cui Ospedale dovrà garantire una maggiore sicurezza sanitaria alla cittadinanza, al pari degli altri poli e presidi già esistenti nella nostra Regione. Una sanità più attenta e di qualità si può. Anzi, si deve.
Disparità sociali, aumento delle persone bisognose, disaffezione verso una politica che risolve i problemi. Come si può agire in questo campo?
L’attenzione verso le persone più sfortunate, quelle che da sole non ce la fanno e debbono essere accompagnate nel loro percorso sociale e di vita, è stato lo stimolo più grande a intraprendere questo percorso. Come lo è sicuramente la “terza età”, con le sue note sensibilità e le necessarie attenzioni a cui dobbiamo attenerci e che ne costituiscono in maniera naturale il loro mondo. Ho grazie a Dio ancora in vita i miei genitori e ne sono pienamente cosciente, sia con il cuore che con la mente. Ed è il primo impegno che mi sento di assumere. C’è molto da fare. Dai sostegni ai centri anziani che funzionano – e debbono continuare a farlo – sino al riammodernamento di quelli che invece zoppicano. Vanno poi incentivate e finanziate con appositi progetti le attività culturali e fisiche che li riguardano ed in cui coinvolgerli per mantenerli il più possibile attivi, rallentando di fatto tutte quelle patologie che sono proprie dell’avanzare degli anni trascorsi. Ed una loro maggiore protezione dai pericoli che la società moderna gli riserva. Sto studiando anche come alcune Regioni del Nord affrontano i sostegni per le lunghe degenze e le case famiglia che si occupano con amore e passione di questo problema.
Una questione spinosa è quella della gestione dei rifiuti, tema che tocca anche Velletri da vicino. Che posizione ha sui termovalorizzatori?
Non sono contraria ai termovalorizzatori in sé per sé. Lo sono però quando questo strumento diventa l’unica soluzione allo smaltimento dei rifiuti che produciamo e si pensa di realizzarli nei posti meno adatti. Perché – prima di arrivare ad essi – e alle conseguenze ambienti e sociali che inevitabilmente determinano – il rifiuto deve essere selezionato, recuperato e reso anche una ricchezza dal punto di vista economico ed ambientale. E questo avviene con una certosina raccolta differenziata a monte, che ne riduce di molto l’indifferenziato da bruciare. Sono favorevole anche – la dov’è possibile- alla realizzazione di isole ecologiche ed impianti di compostaggio di comunità, per raggiungerne lo scopo. Vanno evitati impianti di bruciatura del rifiuto che non siano più che moderni e debbono essere realizzati nei luoghi più adatti. Cosa che Zingaretti e la sua Giunta non hanno fatto e il Sindaco di Roma ha contribuito sbagliando a nostro avviso nei luoghi. Sono contraria ad un nuovo ed ulteriore impianto a Santa Palomba. Quei luoghi hanno già dato.
Il tema del lavoro è sempre al centro del dibattito. Giovani che faticano a inserirsi, precariato, paghe basse, partite ive e aziende in affanno. Cosa può fare concretamente la politica per il lavoro?
Sarà anche per il blocco dei licenziamenti causato dal Covid nell’anno precedente, ma nel 2022 abbiamo un 46% di licenziamenti in più rispetto al 2021 e addirittura anche un 16% di maggiori dimissioni volontarie. E questo ci fa capire che oltre alla crisi vi è anche un mercato del lavoro più dinamico. Le persone vogliono un lavoro migliore, che gli consenta una migliore qualità della vita ed anche obiettivi più ambiziosi. La Politica deve trovare le soluzioni per avvantaggiare le loro aspettative, i loro sogni e i loro diritti. E deve essere in grado di fronteggiare l’emergenza sociale che sicuramente nel breve periodo ne conseguirà. Bisogna impegnarsi di più coi centri per l’impiego, renderli più funzionali e propositivi e vanno implementati gli investimenti in quei comparti che producono nuova occupazione e che garantiscono una innovazione tecnologica, ambientale e finanche culturale del mondo produttivo ed occupazionale.
Temi ambiente e urbanistica: progetti?
Sono per un nuovo patto generazionale che sia più attento e sensibile alla tutela del primo e trovi il necessario equilibrio con il secondo. Non si può più lasciare in cantina il rispetto delle normative ambientali, e le tragedie di Ischia ultimamente ne sono la testimonianza più diretta e crudele. Prima di chiedere del nuovo territorio da dare in pasto al cemento bisogna provare a recuperare i tantissimi spazi inutilizzati già esistenti. E bisogna rivedere con dei piani casa fatti ad hoc quelle aree che sono state prima violentate e poi abbandonate, senza servizi, opere di urbanizzazione primarie e addirittura senza delle vere e proprie fogne in cui convogliare gli scarichi delle proprie abitazioni. Inaccettabile. Sono favorevole all’edilizia popolare fatta però con sentimento, basta ai casermoni stile Unione Sovietica in cui ammassare la povera gente. Dignità e responsabilità. La conoscete la “ teoria della finestra rotta”? Io si. E non intendo contribuire al degrado.
Uno dei problemi emersi dalle statistiche e su cui si sta dibattendo è la crisi della natalità che colpisce la nostra Regione. Come si può affrontare la questione?
“Una stima drammatica” quella di 40.000 nati in meno nel Lazio nel 2022, rispetto alla media del triennio precedente. Circa il 14% in meno, per intenderci. Sono numeri dolorosi, mi rattristano. Mi spingono a fare qualcosa, a contrastare questo trend, a dire con forza “io non ci sto”. I giovani hanno il terrore del loro futuro, e questo li responsabilizza negativamente alla procreazione. Dobbiamo partire dall’abbattimento di questo trauma psicologico e dargli nuove speranze. Aumentare gli asili nido, produrre leggi che tutelino e aiutino le nuove mamme e le loro famiglie in modo più intenso e sicuro. Dobbiamo fare di più. È evidente che quello fatto sino ad ora non basta. Il nostro popolo sta invecchiando e tra un decennio saranno più le persone da assistere di quelle che lavorano e producono la ricchezza necessaria per farlo.
Un altro punto al centro del suo personale programma riguarda le politiche migratorie. Anche su questo vi sono posizioni diverse, qual è la sua?
Qui che la mia cristianità si fa sentire (nel dovere di accoglienza) e si scontra fortemente con la parte laica. Che cristianità è salvare un essere umano e poi condannarlo ad una vita non dignitosa e amara? Uno Stato – ed in alcuni casi anche i suoi Enti intermedi – deve studiare e preoccuparsi di una possibile loro integrazione e creare le migliori condizioni affinché la loro presenza non si contrapponga con violenza alla popolazione dei luoghi. Debbono esserci regole e limiti molto rigidi. Fare male in tal campo è peggio del non fare nulla. Ho apprezzato diverse Encicliche papali che arrivavano a questo stesso sunto. Perché la fede a volte deve essere ricondotta anche alla materialità delle cose. E le Regioni possono fare molto per trovare le soluzioni necessarie e più utili ad affrontare questo tema.
Dove la Regione può investire per il futuro e che idee sosterrebbe in merito se eletta al Consiglio Regionale?
Può lavorare a una maggiore propensione alla formazione giovanile, alla costituzione di appositi uffici con cui studiare ed utilizzare i tanti bandi europei che spesso vengono rispediti al mittente con progetti sbagliati o non utilizzati al meglio per incrementare le opportunità di sviluppo delle nostre aziende e dando quindi un ulteriore impulso all’occupazione nella nostra regione. Questo permetterebbe di arrivare ad un Pil maggiore e quindi alla possibilità di diminuire in maniera capillare le imposte regionali a carico dei cittadini, sempre più vessati ed in difficoltà con gli aumenti incontrastati dell’inflazione e del maggior costo della vita.
Agricoltura e turismo sono altri due settori dalle grandi potenzialità in Regione. Valorizzare i prodotti tipici e promuove le bellezze paesaggistiche e culturali, come si può fare?
Ritengo che le eccellenze agroalimentari italiane vadano tutelate, promosse e monitorate: l’Italia in questo campo deve essere autonoma e quindi ogni Regione deve dare il suo contributo. Il Lazio deve recuperare il terreno perso nei passati decenni. La Regione può fare molto in questo campo ed io intendo dare il mio contributo. Il rilancio del made in Lazio deve essere un punto programmatico della prossima amministrazione regionale. Idem per il Turismo: maggiore attenzione ed investimenti, favorendo più possibile i grandi Investitori privati che vogliono garanzie, serietà e migliori infrastrutture viarie e portuali. Il Lazio possiede oltre 361 km di costa marittima e nonostante la Città Capitale non è sicuramente tra le Regioni con la più alta propensione al turismo. Oggi esso è per fatturato e occupazione la prima locomotiva economica italiana e voglio impegnarmi per rafforzare la sua importanza nel Lazio. La promozione dei nostri prodotti eno-gastronomici e vitivinicoli e le immense ricchezze naturalistiche e artistiche sono e debbono essere un volano insostituibile per riuscirci. La loro tutela e la loro valorizzazione sarà tra i primi punti della mia agenda se i cittadini mi permetteranno di essere eletta come loro rappresentante al Consiglio Regionale del Lazio.
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