Ultimo aggiornamento:  14 Dicembre 2021

Intervista al neo-segretario del PD Cimmino: "Responsabilità forte e sentita"

Eletto all'unanimità, con la sua mozione "Tutti" Gabriele Cimmino avrà il difficile compito di guidare il PD nei prossimi anni. All'orizzonte le elezioni regionali e amministrative nel 2023, una scadenza non così lontana come sembra. Abbiamo chiesto al nuovo segretario, espressione della componente giovanile, i progetti futuri e i cambi di rotta che intende imprimere al partito di maggioranza dell'attuale compagine amministrativa.

Gabriele Cimmino, sei stato eletto nuovo segretario del PD all'unanimità in un periodo molto delicato per il partito che ha all'orizzonte diverse sfide sia a livello nazionale che locale. Che responsabilità è guidare il PD oggi?

È una responsabilità forte, sentita, importante. Una responsabilità che non mi sarei mai sentito di assumere se non avessi percepito il supporto sincero e disinteressato di tanti, giovani e meno giovani, all’interno del Partito.  Una responsabilità che viviamo come uno stimolo e che ci spinge a prendere con estrema serietà il compito a cui siamo chiamati.

Vogliamo ripercorrere la tua storia politica, vista anche la tua giovane età: quando hai iniziato la tua militanza e quali sono state le varie tappe?

La mia militanza all’interno del Partito è iniziata subito dopo aver finito il liceo, periodo in cui avevo avuto i primi assaggi della Politica con la rappresentanza studentesca. Da allora la passione è diventata sempre più concreta e la partecipazione sempre più assidua. Sono succeduto ad Edoardo Menicocci come Segretario dei Giovani Democratici e insieme a questo gruppo di “ragazzi straordinari”, come mi piace definirli, siamo riusciti a prenderci gli spazi politici che abbiamo oggi. Un appunto in chiusura, anzi, grazie per la domanda Rocco perché mi dà modo di chiarire subito il mio rapporto con il “giovanilismo”: nonostante la giovane età non siamo qui per rappresentare nessun tipo di “operazione di ringiovanimento” che possa rimanere solo di facciata. Siamo qui per rappresentare qualcuno e qualcosa, che nello specifico sono i ragazzi della nostra età che si riconoscono nei valori del PD e la voglia di un Partito locale che torni a fare Politica nei modi più belli ed appassionanti.

Cosa ti appassiona della politica, che spesso provoca invece disaffezione nella gente?

La disaffezione è percepita e, in una certa misura, anche giustificata: negli 20 ultimi anni abbiamo assistito ad un impoverimento costante della classe politica soprattutto nazionale con le varie leggi elettorali che hanno cristallizzato la rappresentanza in forme più partitocratiche che democratiche. Questa disaffezione, paradossalmente, invece che concentrarsi sulle cause dei problemi è troppo spesso sfociata in un populismo senza capo né coda, con i cittadini che sono stati sedotti e abbandonati da tanti “fenomeni” che promettevano la luna. Ecco, io personalmente credo che rispetto a questo ci siano gli spazi politici per una “operazione verità” nei confronti dei cittadini che possa far passare l’idea per cui la Politica è complessa ma non necessariamente deve essere complicata.  Provare a mettere insieme tutti i pezzi, ascoltare, elaborare le idee, comunicarle all’esterno e confrontarsi non solo è una cosa bellissima ma credo sia anche un istinto naturale di tutti noi. Se anche soltanto una delle persone che in questi anni si sono disaffezionate, dialogando e sentendosi parte del processo, dovesse convincersi di questo allora avrà una dimensione tangibile la passione che ci muove.

Che tipo di politica intendi perseguire quale segretario del PD?

Il Partito Democratico di Velletri deve tornare ad essere, con una politica inclusiva, un punto di riferimento per la città, per coloro i quali svolgono a vario titolo associazionismo sul territorio e per chi si impegna fattivamente per Velletri, tenendo sempre conto che “Tutto è Politica”, non solo l’azione partitica o amministrativa.  Sono certo che con questo lavoro di ascolto, di tessitura e di elaborazione diventeremo anche un punto di riferimento politico per i nostri alleati e per l’Amministrazione tutta, con la credibilità necessaria per dettare i tempi e i temi dell’agenda politica locale.

Una segreteria di partito può incidere nell'azione di un'Amministrazione comunale dello stesso colore? In che modo?

Certamente. Non solo credo che possa, anzi, credo che debba incidere nell’azione dell’Amministrazione, pur nel rispetto dei ruoli. In molti casi, infatti, l’Amministrazione ha un orizzonte caratterizzato dalle tempistiche di realizzazione delle opere che porta avanti e dalla burocrazia che la gestione dell’Ente porta con sé. Il compito del Partito, da questo punto di vista, deve essere quello di riportare sempre, costantemente, l’Amministrazione alla Visione di fondo che la unisce e su cui ha chiesto il mandato ai cittadini, andando ad integrarla e a centrarla meglio laddove necessario. È un lavoro delicato, senza dubbio, che va portato avanti con pazienza e con attenzione, ma è un lavoro che va fatto senza esitazioni.

Quanto è mancata la figura di un segretario all'Amministrazione Pocci e a tutto il centrosinistra? Le dimissioni dell'ex segretario Zaccagnini risalgono a due anni fa ormai...

È mancata molto, inutile negarlo, ed è mancata a tutti.  Credo sia mancata al Sindaco, chiamato troppe volte ad intervenire in prima persona quando avrebbe potuto e dovuto farlo il Segretario del PD, e credo sia mancata anche al Capogruppo e al Gruppo consiliare tutto, spesso lasciato a gestire le dinamiche politiche della maggioranza senza riferimenti.  È mancata anche e soprattutto a noi, come iscritti e militanti. È mancata ai Giovani Democratici di Velletri, soprattutto. Per questo, siamo i primi a dire che non c’è più margine per perdere tempo rispetto alla costruzione del Partito che vogliamo.

Molti si chiedono quale linea politica perseguirai sul discorso delle alleanze: c'è da ricostruire un dialogo con il centrosinistra locale, viste anche alcune defezioni (Articolo Uno, Italia Viva)? Quali saranno i tuoi primi passi?

Come Segretario del PD Velletri nei prossimi giorni inizierò a prendere contatto con i referenti delle forze che sono al nostro fianco in consiglio comunale e poi con tutte le forze che, a vario titolo, sono all’opposizione.  Solo dopo una prima fase di conoscenza e di “studio”, passatemi il termine, sono convinto che si instaureranno i dialoghi politici veri e propri. Da parte mia, e questo posso dirlo fin da subito, i principi cardine di qualsiasi interlocuzione saranno la trasparenza verso i nostri iscritti e i nostri organi dirigenti, all’interno, e la chiarezza delle posizioni, all’esterno.
Chiarezza che chiederò a tutti di ricambiare per evitare sterili tatticismi: il PD si siederà a tutti i tavoli portando le sue posizioni ed aspettandosi risposte all’altezza del ruolo che i cittadini ci hanno consegnato.  Non ho dubbi che questa impostazione sarà recepita e apprezzata, a lungo andare, da tutti gli interlocutori.

Un tuo giudizio, da segretario e da cittadino giovane, sul lavoro della Giunta Pocci?

Prima di formulare un qualsiasi giudizio è bene ricordarsi che la Giunta Pocci è stata profondamente segnata dalla gestione della pandemia che, in una città di 55 mila abitanti, non è esattamente una cosa banale.  L’operato complessivo, di conseguenza, si è sbilanciato più su alcuni ambiti che su altri: sono state realizzate molte opere importanti e attese, ad esempio da un punto di vista della viabilità, altre sono in corso di realizzazione e altre ancora sono state progettate e approvate. Il giudizio è senz’altro positivo ma nei prossimi due anni la Giunta sarà chiamata a recuperare terreno su quegli argomenti che il Covid ha, in un certo senso, congelato: penso alla cultura, alla gestione del centro storico, al commercio; al recepimento di una nuova e rinnovata cultura ambientalista che, semplicemente, tre anni fa non era all’ordine del giorno come oggi.  Su questo siamo chiamati a giocare d’anticipo.

Cosa, invece, secondo te non è stato ottimale in questi primi tre anni di Governo della città? Cosa suggeriresti di migliorare, sempre nel rispetto dei ruoli, al Sindaco?

Col Sindaco c’è un dialogo costante, frutto di un percorso che non nasce oggi con l’inizio di questa segreteria, e tutti i suggerimenti saranno riportati ad Orlando all’interno del nostro rapporto che è sempre stato franco e leale.  Quello che mi sento di dire a tal proposito è che troppo spesso la Giunta Pocci ha offerto ai suoi avversari la più facile delle occasioni: far passare la lettura per cui pezzi della Giunta andassero in direzioni diverse e opposte. Non è così; nella Giunta Pocci, come ovvio che sia, ci sono delle anime fortemente differenziate ma, una volta deciso, si è sempre andati nella stessa direzione.  Questo a livello comunicativo non è stato adeguatamente trasmesso, anzi: troppe volte abbiamo dato l’impressione del contrario e le opposizioni sono riuscite facilmente a far passare questa idea.  Su questo ci sono degli enormi margini di miglioramento.

La tua mozione è "Tutti". Cosa hai voluto sottintendere con questo titolo?

“Tutti” è allo stesso tempo sia un auspicio che una esigenza: è un auspicio perché la politica del PD è e deve essere l’inclusione ma è una esigenza nel momento in cui ci si propongono obiettivi ambiziosi e sfidanti, come stiamo facendo noi in questo momento. Solo con le disponibilità e le energie di Tutti, infatti, riusciremo a realizzare il cambiamento che serve al PD per reinterpretare una società che, nel giro di un anno e mezzo, ha completamente cambiato volto, priorità, umori, istinti.  Lo faremo Tutti, per Tutti.

È presto per pensare alle Comunali, ma il prossimo anno sarà cruciale sia per capire gli assetti e le forze in campo e sia per cominciare a lavorare in prospettiva. Cosa pensi in merito? È davvero tutto fermo?

Assolutamente no: la stasi è solo apparente ma, con una messa a fuoco più attenta, si possono osservare già dei movimenti di avvicinamento o di allontanamento tra le parti. Certo, siamo in una fase in cui le forze in gioco si stanno “prendendo le misure” con una serie di ammiccamenti e di sondaggi, in maniera perfettamente naturale. Come Partito sappiamo di non essere né in ritardo né in anticipo su questo e di avere una base solida nelle idee che hanno portato alla costruzione della coalizione che si è presentata ai cittadini nel 2018, prima, e della maggioranza che è nata dall’esito delle elezioni, poi.  Chiaramente, saremo chiamati ad una rilettura delle posizioni e a una ridefinizione del perimetro ma è indubbio che il PD Velletri dovrà ricoprire il ruolo di guida di un campo largo, capace di raccogliere posizioni diverse e, soprattutto, di vincere le elezioni. Ruolo che abbiamo intenzione di esercitare fino in fondo, senza forzature e con i principi che ci siamo dati: ascolto, chiarezza, trasparenza.

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