Ultimo aggiornamento:  21 Febbraio 2023

La certificazione del prodotto: una garanzia per l'ambiente. Appunti a margine del seminario di Velletri 2030

Quando si parla di prodotto, spesso si pensa agli oggetti materiali con cui abbiamo a che fare nel nostro quotidiano. Il prodotto più propriamente materiale prende più specificamente il nome di “manufatto”  ed è quello che noi possiamo toccare, usare, consumare: dagli utensili di lavoro ai nostri vestiti, dalla nostra stessa abitazione ai suoi arredi e così via. Esiste però un prodotto che materialmente è intangibile, ma che non è meno concreto degli oggetti materiali: questo prodotto è costituito da ogni forma di servizio, dallo scambio di informazioni, a qualsivoglia sorta di assistenza tecnica; dalla formazione scolastica e professionale all’assistenza sanitaria. Possono considerarsi prodotti anche tutta quella serie di processi che si richiedono per la stessa produzione dei manufatti, per la loro pubblicizzazione, offerta e distribuzione al pubblico. Se quindi consideriamo come facenti parte della grande categoria del prodotto tutti i possibili manufatti, le attività di produzione, distribuzione, fornitura, assistenza tecnica e così via, si pongono allora i seguenti problemi: quanto è impattante sull’ambiente un prodotto proprio per il fatto di essere tale? Quanto un prodotto può considerarsi etico, in quanto rispettoso dei diritti del lavoratore, della sua sicurezza e delle sue aspirazioni? Quanto un prodotto possa considerarsi veramente utile al fine di promuovere un vero progresso ed un miglioramento della qualità della vita cui è destinato?

È proprio in quest’ottica e con il fine di dare una risposta a questi interrogativi, tanto fondamentali quanto urgenti, che si pone il problema della certificazione del prodotto. Su questo terreno è nata l’idea della Certificazione ESG. Questa sigla non è altro che l’acronimo della locuzione inglese “Environment - Social - Governance”, che più propriamente potrebbe tradursi in italiano come “Conduzione ispirata al rispetto delle istanze ambientali e sociali”.

La qualità di un prodotto quindi dovrebbe essere autenticata da un livello di certificazione che ne attesti non solo le caratteristiche intrinseche, quali ad esempio ciò che ne determina il cosiddetto “valore d’uso” (adeguatezza all’uso cui è destinato, durata nel tempo, etc.), ma anche una garanzia sui principi di progettazione, sui processi di produzione e lavorazione, nonché di promozione e distribuzione che siano rispettosi dell’ambiente e di un modo sano di fare economia.

Su queste tematiche ed in questo spirito è stato concepito il seminario tenutosi lo scorso sabato 18 febbraio presso l’Ist. Cesare Battisti di Velletri, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Associazione Velletri 2030, dal Prof. Luigi Scognamiglio, ingegnere e docente universitario, specializzato nel settore scientifico disciplinare SSING/IND35, titolare dell’omonimo Studio per Servizi Ingegneria con sede a Campobasso. Con metodo chiaro, ma al tempo stesso esaustivo e rigoroso, il Prof. Scognamiglio ha esposto tutte le complesse problematiche inerenti il campo della certificazione: non è più concepibile certificare la qualità di un prodotto senza tener conto di tutti i processi di filiera, sul loro impatto ambientale, sul loro rispetto di adeguate norme in materia di sicurezza e legalità. Ecco quindi l’esigenza di tener sempre presenti i seguenti fondamentali ed irrinunciabili fattori: 1) sostenibilità ambientale; 2) sostenibilità sociale; 3) sostenibilità economica. In questo spirito, una adeguata certificazione deve tener conto di parametri quali: adeguata destinazione d’uso; analisi dei materiali e dei processi di lavorazione o più in generale dei processi di realizzazione se trattasi di prodotto immateriale (come ad esempio un prodotto costituito da prestazione di un servizio); trattazione del prodotto (come fasi di lavorazione e messa a punto) e determinazione del suo valore; fornitura finale del prodotto stesso.

Infine, ma non in ultimo, un problema impellente: la formazione professionale di nuove leve nel campo della certificazione. Si pone il problema della formazione del personale all’interno delle Aziende, affinché queste diventino ricettive delle nuove esigenze richieste da una adeguata certificazione; bisogna anche formare personale addetto al controllo delle certificazioni che non svolga unicamente una funzione meramente burocratica, ma che sia dotato anche di competenze tecnico-scientifiche e che possa esso stesso fornire un servizio di valida assistenza a tutti quei soggetti che seriamente vogliano fare della certificazione una seria etichetta di affidabilità e promozione dei propri prodotti.

Attualmente ci troviamo in un delicato periodo di transizione: bisogna cogliere ora le nuove sfide che la stessa realtà dei fatti ci pone di fronte, per poter costruire così un futuro sostenibile e di piena armonia per le generazioni a venire.

Lucio Allegretti

Link al seminario integrale: https://www.youtube.com/watch?v=kErSIv261Vs

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