Ultimo aggiornamento:  9 Luglio 2022

L’imposta di successione come si calcola?

Quesito. Chi riceve una casa in eredità, deve pagare l’imposta di successione? Come si calcola?  Si può pagare a rate? Entro quanto tempo? Su quale valore della casa si calcola? Sulle donazioni si paga la stessa imposta?

Ritenendo di interesse generale il quesito pervenutomi a mezzo mail, da un “assiduo e appassionato lettore” dei miei articoli, rispondo volentieri alle domande poste, cercando di essere sintetico e chiaro.

SU QUALI BENI SI APPLICA

Le domande poste nel quesito riguardano un bene immobile (una casa), ma è bene chiarire in premessa che la tassa di successine riguarda, oltre agli immobili di qualsiasi genere (fabbricati abitativi e strumentali, terreni agricoli e terreni edificabili), anche i beni mobili come barche e aeromobili, denaro, gioielli, opere d'arte, crediti, conti correnti, investimenti (azioni, obbligazioni, fondi) e in genere qualsiasi rapporto bancario Sono invece escluse dal pagamento della tassa autovetture e moto. Si devono solo sostenere dei costi (abbastanza limitati) per entrare in possesso dell’autovettura o della moto, perché il passaggio non avviene automaticamente ed occorre intestarsi il veicolo. A proposito dei rapporti bancari intestati al defunto, è bene sapere che le banche devono sempre chiedere la prova della presentazione della dichiarazione della successione prima di metterli a disposizione degli eredi.

COME SI CALCOLA L'IMPOSTA

In risposta alla prima domanda, per stabilire se l’imposta di successione è dovuta e per calcolare l’importo nel caso sia dovuta, è fondamentale tener conto della franchigia stabilita dalla legge. Infatti, le imposte di successione e donazioni si applicano con aliquote e franchigie diverse a seconda del grado di parentela di chi riceve quote di eredità. Per quanto riguarda gli immobili ad uso abitativo, le percentuali sono queste:

  • per gli eredi legittimari (coniuge, figli, genitori) è il 4%, solamente sulla parte che supera la franchigia di 1.000.000 euro;
  • per fratelli/sorelle l’imposta di successione è il 6%, sul valore dell’eredità per la parte che supera 100.000 euro;
  • per gli altri parenti fino al 4° grado (gli affini in linea retta e gli affini in linea correlata entro il 3° grado) è il 6% del valore dell’eredità da calcolare sul valore totale(cioè senza alcuna franchigia);
  • per altri soggetti non legati da vincoli di parentela, l’imposta di successione è l’8% del valore dell’eredità, senza franchigie.

Se la casa viene lasciata in eredità ad una persona disabile, la franchigia è elevata a 1,5 milioni di euro. In questo caso, l’imposta di successione applicabile è quella relativa al grado di parentela, ma si applica soltanto sulla parte di eredità eccedente tale valore.

FRANCHIGIA PER OGNI QUOTA

La franchigia non si calcola sul patrimonio complessivo lasciato dal defunto, ma sulla quota di eredità attribuita a ciascuno dei beneficiari. Questo meccanismo fa sì che la franchigia aumenti al crescere del numero dei beneficiari. Per esempio, se il defunto lascia, oltre alla moglie, quattro figli, ciascuno di essi ha diritto alla franchigia di un milione di euro. In questo caso il patrimonio sul quale non si applica l'imposta arriva fino a cinque milioni di euro. La franchigia, prevista per ciascuna quota (e non sull’intero patrimonio) esclude dalla tassa anche patrimoni molto consistenti.

Con tutta evidenza, chi eredita una casa non paga nessuna tassa di successione, a meno che non si tratti di una villa che vale “catastalmente” più di un milione di euro.

ENTRO QUANTO TEMPO SI PAGA

Dopo la presentazione della dichiarazione di successione, vengono effettuati i controlli e i relativi calcoli e, nel termine di 3 anni (ma possono bastare pochi mesi), l’Agenzia delle Entrate invia a tutti i beneficiari l’avviso di accertamento con cui si richiede il versamento del totale dell’imposta dovuta entro 60 giorni dalla notifica.  I coeredi sono obbligati in solido per l’intero importo dell'imposta di successione, nel senso che può pagare anche uno per tutti. Alla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate viene allegato il Modello F24 per pagare presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, in Banca o alle Poste.

RATEIZZAZIONE

 Quanto alla possibilità di rateizzare, la rateizzazione è possibile soltanto se l’imposta supera i 1.000 euro. Nel caso sia superiore, si deve pagare un importo non inferire al 20% dell'imposta, entro 60 giorni dall'avviso di liquidazione; il resto in 8 rate trimestrali o, per importi superiori a 20mila euro, in 12 rate trimestrali, ciascuna con scadenza l'ultimo giorno di ciascun trimestre.

IMPOSTA IPOTECARIA E CATASTALE

Nel caso si ricevano beni immobili, è sempre dovuta, prescindendo dal valore, l'imposta ipotecaria e catastale rispettivamente del 2 e dell'1 per cento (con un importo minimo pari a € 200,00). Se il beneficiario o donatario possiede i requisiti “prima casa”, si applica in misura fissa (200,00 euro ciascuna). Queste due imposte, da non considerare tassa di successione si pagano al momento della presentazione della denuncia di successione e per esse non è possibile richiedere una rateizzazione.

DETERMINAZIONE VALORI FABBRICATI

Al momento della denuncia di successione, per poter calcolare le imposte da auto-liquidarsi (imposta ipotecaria e imposta catastale), è necessario ricavare un valore (imponibile) sul quale poi applicare le percentuali d’imposta. Stabilire il valore di mercato di un fabbricato, per poi inserirlo in successione, non sarebbe cosa semplice. Una valutazione “soggettiva” non darebbe nessuna garanzia di esattezza, veridicità ed equità. Per ovviare a queste problematiche, l’Agenzia delle Entrate permette di determinare il valore, basandolo sulla rendita catastale. Un bel vantaggio perché il valore catastale che si ottiene, normalmente è più basso di quello effettivo (di mercato). Si determina facilmente rivalutando la rendita del 5% e moltiplicando per dei coefficienti stabiliti che variano a seconda della categoria catastale del fabbricato e se si tratta di prima o seconda casa. Nel caso di terreni viene rivalutato il reddito dominicale. Tanto per fare un esempio, se chi eredita un appartamento ha i requisiti “prima casa” il moltiplicatore in vigore è 110, se non li ha è 120. Poniamo per semplicità che la rendita catastale sia di 1.000 euro. Rivalutandola del 5% diventa 1.050, moltiplicando per 110 si ottiene un valore 115.500 euro che è il valore di successione (126.000 senza i requisiti prima casa).

DONAZIONI

Attualmente, l'imposta sulle “successioni e donazioni”, disciplinata da regole generali (contenute nel D. Lgs. n. 346 del 1990 e da disposizioni particolari, previste dai commi da 47 a 51 dell’articolo 2 del D.L. n. 262 del 2006, convertito dalla legge n. 286 del 2006 con alcune modifiche), riguarda, il trasferimento della proprietà di immobili o di altri diritti qualora un soggetto benefici di un arricchimento patrimoniale mortis causa (in caso di eredità) o a titolo di liberalità (per effetto di una donazione). Quindi, lo stesso discorso vale sia per la tassa di successione che per le donazioni.

p.s.

Nel quesito viene posta un’ultima domanda per così dire “personale”: “Lei pensa che sia giusta questa imposizione patrimoniale?”. A quest’ultima domanda, mi riprometto di rispondere parlandone in un prossimo articolo dopo aver delineato la storia dalle origini della tassa di successione in Italia e tratteggiato come funziona e viene considerata in altri Paesi.

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