Marco Lo Russo incanta Lanuvio con la fisarmonica e il “Made in Italy Concert”

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“Tra mito e realtà” prosegue nella sua programmazione estiva, con una serie di eventi di grande qualità e tanti ospiti di livello nella splendida cornice di Parco Sforza Cesarini a Lanuvio. La manifestazione, organizzata dal Comune con il contributo della Regione Lazio, si avvale della direzione artistica di Mauro Ingafù e nella serata di sabato ha visto quale protagonista assoluto il fisarmonicista e musicista di fama internazionale Marco Lo Russo.

L’atmosfera lasciava già presagire uno spettacolo di intense emozioni: la frescura del grande prato ai piedi del Tempio di Giunone Sospita, lo stesso monumento storico illuminato sobriamente, il tramonto all’orizzonte capace di risvegliare suggestioni anche negli animi più distratti. Al resto, però, ci ha pensato il talento innato e smisurato di Marco Lo Russo – da qualche anno trasferitosi a Velletri, città che continua ad attrarre gli artisti – con la sua fisarmonica, divenuta veicolo di potenza evocativa.

Lo Russo ha costruito un percorso tenendo presente il fil rouge del Made in Italy, capace di contaminarsi armonicamente con le esperienze artistiche e musicali provenienti da paesi lontani, come il Sahara o l’Argentina. Narrando la genesi del progetto e di alcuni pezzi, l’artista ha portato il pubblico con sé in un viaggio senza tempo e senza confini. Il percorso è stato bidirezionale: da un lato l’Italia che va all’estero e incanta, dall’altro l’estero che arriva in Italia perché in fondo non c’è arte che non apprezzi l’altra arte, in una coesistenza democratica e sincera.

Il fisarmonicista ha dato prova della sua confidenza – positivamente spaventosa – con lo strumento suonando, in acustica, una serie di colonne sonore che hanno solleticato e non poco la memoria e le reminiscenze del pubblico, impegnato nel riconoscere i celeberrimi brani magistralmente eseguiti (da “C’era una volta in America” ad “Amarcord” passando per “La vita è bella”, tanto per citarne qualcuno) e associarli ai film corrispondenti.

Marco Lo Russo ha poi eseguito alcuni suoi pezzi, raccontandone le origini e le ispirazioni, spesso arrivate o per caso o da situazioni vissute nei suoi numerosi viaggi esteri. Molto importante, in tal senso, è la contaminazione culturale che grazie alla particolare sensibilità di Lo Russo trova il giusto equilibrio nelle sue melodie. Non c’è bisogno di spingersi in elucubrazioni elogiative per sottolineare il talento di un artista che, nella rivisitazione di “Caruso” o nell’esecuzione della colonna sonora de “Il postino” ha dato prova di come, tocco dopo tocco, dalla fisarmonica possano uscire dei suoni volti a permeare l’animo dell’ascoltatore scaraventandolo, ma con dolcezza, in orizzonti lontani che divengono tremendamente vicini grazie alla potenza della musica e alla veemenza gentile delle note.

La serata è terminata con tanti applausi per Lo Russo, il quale ha confermato l’emozione di esibirsi in un luogo come Lanuvio, a cui è particolarmente legato, in una cornice così bella che ben si sposa con il messaggio che il “Made in Italy Concert” veicola in tutto il mondo tramite la sua musica e i suoi concerti.