Maria Grazia Calandrone a “Velletri Libris”: investigazione, poesia, emotività nella storia di Luciana e Domenico in “Magnifico e tremendo stava l’amore”
Sesto appuntamento e nuovo pienone al Chiostro della Casa delle Culture e della Musica, per la rassegna letteraria internazionale “Velletri Libris”, organizzata dalla Fondazione De Cultura e dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano-Cisterna-Frascati con il patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, Sistema Castelli Romani e Comune di Velletri. Ospite del sabato sera veliterno la scrittrice e poetessa Maria Grazia Calandrone, con il suo nuovo romanzo “Magnifico e tremendo stava l’amore”, edito da Einaudi.
Dopo l’anteprima – con lo spazio dedicato ai vini a cura di Massimo Morassut del Crea Viticoltura Enologia e il “Piccolo prologo in versi”, con Giulio Mazzali che ha interpretato i versi di Giuseppe Ungaretti, Bruna Bianco e Maria Luisa Spaziani – l’autrice è salita sul palco, accolta da un grande applauso, insieme a Eugenio Murrali, scrittore, che l’ha intervistata. In esposizione le opere del Maestro Maurizio Orsolini, nel Chiostro, per lo spazio artistico curato dall’Associazione ArteMestieri Castelli Romani.
“Magnifico e tremendo stava l’amore” è un libro che “ha la capacità di utilizzare lo scarto, nel senso che va in un al di là poetico della lingua”: così Eugenio Murrali ha presentato l’opera di Maria Grazia Calandrone, che approfondisce un caso di cronaca accaduto nel 2004 – quello di Luciana Cristallo e Domenico Bruno – per un’autentica indagine (dagli accenti poetici, come spesso emerso nel dialogo) alla ricerca della verità e non solo. Sguardo da investigatrice e sensibilità da poetessa caratterizzano il romanzo, che parte da un’analogia con il precedente “Dove non mi hai portata”: “Lucia e Luciana, rispettivamente protagoniste del precedente romanzo e di questo, sono legate da un desiderio di libertà e dal desiderio di una vita che somigli a un progetto”, ha detto l’autrice, spiegando il nesso fra i due romanzi. “Lucia, mia madre, non aveva nessun mezzo culturale: era nata nel 1936, le è stato permesso di studiare fino alla seconda elementare, non si sa da quale cultura naturale abbia estratto il desiderio di non avere una vita imposta. Eppure si ribella, si innamora di un amore maturo, mio padre, rifiuta la condizione delle donne spesso picchiate dai mariti. Luciana, invece, ha più strumenti culturali. Sono passati vent’anni dal suicidio di mia madre, la legge del divorzio è stata approvata e le donne sono più rispettate grazie all’efficace rivoluzione femminista. In questo caso è lei che sceglie, anzi impone, un uomo ai suoi genitori che invece avevano dei dubbi”.
Quella al centro di “Magnifico e tremendo stava l’amore” è una storia struggente che ha una miriade di implicazioni psicologiche ed emotive che delineano il carattere, e forse anche le azioni, dei personaggi. I due protagonisti, Luciana e Domenico, in prima battuta antepongono i loro sentimenti davanti a tutto. Poi la storia in un certo senso si ribalta: “all’inizio Luciana per seguire il suo amore lascia tutto e inizia una convivenza con lui e con la madre di lui. Proprio la suocera, Santina, vedendola comparire a processo, dice molto. Ha una serie di motivazioni per essere attaccata a suo figlio in maniera morbosa, dato che Domenico era figlio di lei e di un commendatore che avendo una moglie sterile decide di metterla incinta, lei che era la donna di servizio. Quindi il giovane cresce con due mamme, finché la moglie del commendatore non muore e il commendatore sposa proprio Santina”.
A un certo punto della vicenda, però, Luciana e Domenico lasciano la Calabria e approdano a Roma. Qui il carattere di lui emerge in tutta la sua complessità: si sente a disagio, riscopre antichi traumi che lo hanno da sempre accompagnato. Maria Grazia Calandrone fa un capolavoro nell’analisi psicologica dei personaggi, tanto che nessuno è condannabile totalmente e non si capisce più il confine tra il bene e il male, tra la vittima e il carnefice. “Domenico si sentiva il figlio della serva, era magniloquente, e confesso che quando ho iniziato a scrivere questo libro ero convinta che avrei sposato la posizione di Luciana in toto. In effetti è così, perché ha subito violenze immotivate, ma Domenico non è un mostro e lei non è la vittima che immaginavo io, perché è propositiva, intraprendente, forte, bella, avrebbe avuto mille possibilità”.
Molto interessante la definizione che l’autrice fa di questa storia, ritenuta una vicenda dal respiro e dalla portata di una tragedia greca. Il libro non è ideologico, anzi suggerisce l’uscita dalla dicotomia mostro/vittima per comprendere le dinamiche delle tragiche violenze che le donne subiscono. In un afflato lirico, poi, c’è la descrizione dell’inconsapevolezza amorosa: Luciana e Domenico hanno iniziato con le promesse degli innamorati, e i fatti le hanno disgregate come spesso accade. Eugenio Murrali, che ha sapientemente condotto l’intervista facendo emergere tutti gli aspetti più significativi del romanzo, ha sottolineato anche la forte presenza della musica e dell’attualità (vengono citati il muro di Berlino, il caso Tortora, ci sono molte canzoni pop). Quello di Maria Grazia Calandrone è uno dei primi libri che rianalizzano gli anni Ottanta e Novanta sotto il profilo storico e sociale, raccontando quell’allucinazione collettiva del divertimento popolare e il contemporaneo progresso legislativo purtroppo ottenuto con lentezza e non sempre sufficiente a evitare tragedie come quella narrata nel romanzo.
Al termine della presentazione sono state numerose le domande dal pubblico, prima del lungo firma-copie. Un’altra bella serata al Chiostro con un’intellettuale di spessore. Il Festival è ideato e realizzato dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano-Frascati-Cisterna e dalla Fondazione De Cultura e gode del patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, Comune di Velletri e Sistema Castelli Romani, in collaborazione con Fondarc. Partner enogastronomici sono Casale della Regina e CREA Viticoltura-Enologia, che si occupano delle degustazioni con vini e prelibatezze culinarie, mentre i main sponsor per l’edizione 2024 sono Allianz FC Group 0001, Banca Popolare del Lazio, Clinica Madonna delle Grazie, e Class Auto. Per scoprire tutte le novità di “Velletri Libris 2024” sono attivi il sito ufficiale velletrilibris.it e i canali Social, sui quali saranno prontamente inseriti tutti gli aggiornamenti su ogni singola serata. Prossimo appuntamento domenica 21 luglio, con lo scrittore e giornalista Paolo Mieli. L’ingresso, dalle ore 20, è come sempre libero.