Maria Paola De Marchis (candidata alla Regione): “Ridare dignità al nostro Ospedale e cercare prospettive per le attività produttive”
Idee chiare, come sempre, e risposte sintetiche ma dirette. Maria Paola De Marchis, consigliera comunale di Italia Viva, correrà per le prossime Elezioni Regionali a sostegno di Alessio D’Amato e della coalizione di centrosinistra. Una candidatura che si propone di portare alla Pisana le istanze dei cittadini di Velletri e dei Castelli Romani tutti, con una visione della politica proiettata al futuro e il grande obiettivo di far sentire la propria voce su tante questioni calde come quella della sanità. Non è di certo un mistero l’interesse per il nosocomio veliterno, sempre arcignamente difeso dalla consigliera De Marchis, che lo ha ribadito anche in quest’intervista: la riorganizzazione della rete ospedaliera della ASL Roma 6 è una priorità assoluta per la quale non risparmierà di alzare la voce. Maria Paola De Marchis, attiva nel mondo dell’associazionismo e della cultura e di recente al suo esordio come scrittrice di poesie con “Sangue Contadino”, tenterà – in coppia con Luca Andreassi – di approdare al Consiglio Regionale portando le proprie esperienze e competenze maturate in anni e anni di politica attiva.
Una candidatura nelle fila del Terzo Polo dopo un periodo lungo di militanza in Italia Viva. Questa presenza in lista alle Regionali è un punto di arrivo o di partenza?
Sicuramente un punto di partenza. Ci sarà tanto lavoro da fare per recuperare il peso politico dei Castelli Romani nelle scelte della politica regionale.
Quali sono le priorità per una regione Lazio che il centrosinistra amministra già da dieci anni consecutivi? Serve continuità o un cambio di passo?
Servono entrambe le cose, continuità nella visione che tiene conto dei diritti delle persone e dei bisogni collettivi ma anche cambio di passo nei servizi che su questo territorio sono stati penalizzati.
Meriti e demeriti di Zingaretti, che lascia il testimone al suo Assessore alla Sanità?
Non mi piace parlare male né degli avversari politici né dei compagni di viaggio. Come chiunque anche Zingaretti ha fatto cose giuste e cose sbagliate. Io sono concentrata sulle cose da fare in futuro.
Domanda spinosa: una delle tue storiche battaglie riguarda l’Ospedale di Velletri, e il candidato alla presidenza del centrosinistra è proprio l’Assessore alla Sanità. Una coincidenza favorevole?
D’Amato è stato un buon amministratore anche se il nostro territorio ha sofferto molto la sua gestione della sanità. Però chi doveva sollecitarlo e incalzarlo ha preferito ficcare la testa sotto la sabbia, non disturbare la sua gestione e lasciare gli operatori e i cittadini da soli nel contrapporsi a quelle scelte. Lo so, qualcuno obietterà che D’Amato ha stanziato 27 milioni di euro per il nostro Ospedale e che ci dovremmo accontentare. Io non posso fare a meno di pensare che una volta ristrutturato l’Ospedale dovrebbe avere al suo interno i reparti e servizi previsti per un DEA di primo livello. Ho troppa esperienza per credere che i reparti riapriranno dopo che sono stati chiusi. Ho gridato fino a che ho avuto voce che era necessaria una riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera dell’Azienda Roma 6. Continuerò a farlo in futuro e, se ne avrò la possibilità, lo farò dall’interno del Consiglio Regionale insieme alle donne e agli uomini del mio partito.
Hai incontrato recentemente Carlo Calenda. Che incontro è stato e che impressioni hai avuto?
Ho incontrato Calenda in occasione della firma per accettare la candidatura, corrisponde esattamente a quello che vediamo attraverso la televisione: pacato, serio, preparato e persino ironico.
Come deve comportarsi un buon consigliere regionale e in che modo deve rimanere in contatto con i cittadini del territorio che lo ha eletto?
A differenza di un parlamentare il consigliere regionale non emigra, non sparisce (o non dovrebbe sparire), continua a vivere nella sua casa, a frequentare le stesse persone che frequentava e ad essere esattamente quello che era prima; ha solo delle opportunità in più per rappresentare le esigenze dei cittadini che lo hanno votato. Credo che se gli elettori nella cabina elettorale avessero chiaro questo saprebbero indirizzare il loro voto pensando a ciò che una persona ha fatto invece di inseguire promesse e sogni.
A livello nazionale tirano venti di destra. Come rispondere al disamore per la politica e alla disaffezione per i partiti?
Io non credo che un vento di destra corrisponda al disamore per la politica credo che gli elettori non siano soddisfatti della sinistra e indirizzano altrove il loro voto. Questi sono tempi in cui alle difficoltà che giornalmente i cittadini incontrano non si può rispondere con azioni ideologiche. Nel dopoguerra il voto era una battaglia tra opposte ideologie, poi sono venuti gli anni del boom economico dove ha prevalso il voto per chi offriva di più, successivamente quando non c’era più nulla da dare avendo impegnato tutte le risorse attuali e future sono venuti i tempi in cui vinceva chi diceva più male possibile dell’avversario. Oggi spero sia il tempo in cui a vincere sia chi ha risposte concrete e compatibili con la situazione economica, ambientale e tecnologica. Il vento di destra cambierà presto se questo governo non sarà all’altezza della situazione.
Cosa ne pensi della coalizione che si è costruita intorno a D’Amato? Ha le carte in regola per vincere la partita?
Per vincere ci vogliono i numeri ma anche una visione comune delle cose da fare. La coalizione guidata da D’Amato non ha i numeri ma ha una visione comune. Io spero che gli elettori sappiano premiare questo e ricordino cosa ha fatto la destra nel Lazio quando ha governato e cosa hanno fatto (anzi non fatto) i 5 Stelle a Roma. Se avranno buona memoria vincere non sarà impossibile.
Quali azioni metterai in campo per l’Ospedale di Velletri e in generale per la sanità dei Castelli Romani, che ben conosci visto anche il tuo lavoro?
Metterò tutto il mio impegno per la riorganizzazione della rete ospedaliera dei Castelli, che ho da anni chiesto e non ottenuto e per fare in modo che questa non penalizzi una diffusione capillare dell’offerta di servizi sanitari.
In che modo farai sentire, se eletta, la voce di Velletri? Quali sono le esigenze della città che pensi di portare all’attenzione della Giunta?
Per portare la voce di Velletri all’attenzione della giunta bisogna innanzi tutto fare in modo che Velletri abbia una voce e che questa sia possibilmente univoca. Abbiamo assistito nel corso degli anni ad una pluralità di voci spesso in contrasto tra loro che come unico risultato hanno ottenuto di essere tutte silenziate. Basterebbe metterci d’accordo su poche essenziali cose e su queste esprimersi con un’unica voce, penso all’Ospedale, alla nostra vocazione agricola, alla pianificazione e cura del territorio, alla programmazione di azioni per le attività produttive, a un mondo culturale che esca dalla logica spartitoria di risorse sempre più esigue ma si concentri sulla realizzazione di progetti che possano coinvolgere tutti gli operatori. Su questi temi sono pronta al confronto e ad accogliere le proposte di tutti coloro che hanno in testa un’idea. Credo che la politica sia contemporaneamente fermezza dei valori e flessibilità nel perseguirli.
Due progetti che vorresti particolarmente realizzare nei prossimi cinque anni…?
Ridare dignità al nostro Ospedale e cercare prospettive per le attività produttive che stanno affogando.