Tutte le forze politiche mettono al primo posto la loro sensibilità al tema della sicurezza, ma poi fanno poco per offrire alle future generazioni dei percorsi pedonali per camminare in sicurezza da un punto all’altro della città in cui loro hanno scelto di localizzare le loro attività ludiche e frequentare i loro centri di aggregazione. In particolare parliamo di quel tratto della via Appia SS 7, oggi di competenza comunale e rinominato Viale dei Volsci, che per capirci va dalla rotonda di fronte ai grandi magazzini Oviesse a piazza Garibaldi.
Per quanto con dinamiche non particolarmente veloci abbiamo quotidianamente modi di registrare come l’attività edificatoria della città ridefinisce il tessuto urbano. Richiamano l’attenzione e lo faranno ancora di più in questi giorni i progetti di interventi pubblici che si accingono a trasformare significativamente lo spazio pubblico e ci riferiamo ai progetti PNRR, richiamano meno l’attenzione i progetti privati che altrettanto porteranno importanti cambiamenti nella città.
Pochi si sono accorti fino adesso del cantiere in corso di completamento, leggermente arretrato rispetto alla Circonvallazione Appia in località “Ponte Bianco” di Viale dei Volsci, del quale la stampa in questi giorni sta dando notizia.
A dire il vero più che fornire informazioni o riflessioni ciò che registriamo, sembra una campagna pubblicitaria che anticipa l’apertura di un nuovo locale commerciale. Nulla aggiunge in termini di contenuti. Motivo per cui crediamo opportuno provare ad aprire una riflessione che vada oltre la comunicazione sin qui ricevuta e che alimenti un minimo di dibattito sulle dinamiche che questi eventi determinano.
Abbiamo fatto un giro intorno al cantiere che sembra aver battuto molti record in ordine ai tempi di esecuzione. Dall’esterno del cantiere abbiamo la possibilità di constatare la realizzazione di una struttura composta da un unico piano di circa 400 mq. che non sconvolge il contesto in ordine alla sua dimensione o altezza su cui spicca l’insegna di esercizio che fa riferimento ad una nota catena internazionale di Fast food.
Ben diversa è da ritenersi invece l’impatto dell’intervento sul sistema urbano di questa città in considerazione del fatto che sempre di più a ridosso della Circonvallazione Appia si continuano a concentrare una serie di attività fortemente attrattive per i giovani. Sulla arteria sono presenti già molte attività connesse al tempo libero, che come conseguenza determinano la presenza di moltissimi giovani e non solo veliterni, che sono costretti a percorrerla in tutta la sua lunghezza in condizioni tutt’altro che sicure.
Per avere cognizione di ciò basta fare una passeggiata sulla Circonvallazione Appia il venerdì sera o il sabato. Si incontreranno frotte di adolescenti accalcati ed ammassati in gruppi che non esitano ad attraversare con poca attenzione la strada noncuranti del traffico delle auto.
La Circonvallazione Appia costituisce la via più importante sotto il profilo della mobilità veicolare, percorsa da una grandissima quantità di veicoli compresi i mezzi pesanti che si trovano costretti ad attraversare Velletri e costretta ai margini dalla edificazione realizzata che lascia ben poco spazio ad usi diversi.
Connotata come viabilità funzionale al traffico veicolare, risulta priva di marciapiedi e quando sono presenti hanno dimensioni assolutamente inadeguati, non sono presenti attraversamenti pedonali sicuri e la pubblica illuminazione per quanto efficiente potrebbe non risultare la più adatta a garantire in sicurezza la compresenza di traffico a flusso elevato con la presenza di pedoni non sempre disciplinati.
Se consideriamo inoltre che le previsioni del piano regolatore generale adottato nel 2000 e definitivamente approvato nel 2006 non sono ancora del tutto completate è da attendersi che da qui a qualche anno continueranno a nascere attività commerciali lungo la Circonvallazione Appia, con il conseguente aggravarsi della condizione che già oggi appare decisamente critica.
In qualche tratto sono stati realizzati percorsi pedonali protetti per garantire la sicurezza dei pedoni, e ci riferiamo al percorso protetto in prossimità della Stazione Ferroviaria, coincidente con il Terminale COTRAL, ma non si può omettere il pericolo sempre più grande, per i pedoni. Di giorno rappresentato dagli studenti che dalla stazione, attraverso la Circonvallazione Appia si spostano verso le scuole superiori concentrate su viale Oberdan e la sera nella direzione opposta in una rituale peregrinazione tra locali attrattivi distribuiti secondo previsioni urbanistiche superate che non sono state pensate ed accompagnate dalla realizzazione di idonee infrastrutture per la salvaguardia della sicurezza dei pedoni.
Oggi come si può rispondere a tale problema.
Intanto non si possono ignorare i rischi a cui pedoni ed automobilisti, con diversa pesatura, sono esposti e non può non considerarsi differibile offrire una soluzione al problema. Non risulta concretamente perseguibile rivedere le scelte urbanistiche del 2000, con una previsione che riduca l’edificabilità delle aree contigue alla Circonvallazione Appia a distanza di quasi vent’anni dalla sua previsioni, per le aspettative consolidate e per i costi in carico alla collettività che tale scelta potrebbe comportare. Sembra che gli urbanisti che all’epoca hanno redatto il Piano Regolatore non si fossero posto il problema della viabilità, ed in particolare della pedonalizzazione di alcuni percorsi.
La difficoltà a trovare una soluzione immediata e pratica al problema è reale e concreta.
Il tratto di Viale dei Volsci oggetto di questa nota ha spazi laterali senza vincoli fisici ineliminabili, occupati oggi da parcheggi e confinamenti di proprietà private, per cui si richiederebbe un articolato piano integrato di intervento urbanistico e di mobilità per recepire le caratteristiche strutturali atte ad assicurare agevoli e sicuri percorsi pedonali.
Esiste la possibilità di realizzare ampi e sicuri marciapiedi sulla Circonvallazione Appia sottraendo spazio alla mobilità veicolare in favore della mobilità pedonale, ma tale soluzione risulta praticabile solamente se si prova a ridisegnare il sistema del traffico veicolare, se si individuano percorsi alternativi anche introducendo sensi unici e senza elemosinare investimenti economici che possono risultare importati.
Sicuramente, per la sicurezza di tutti, sono utili anche le asfaltature ma sembra inderogabile mettere mano al sistema della mobilità urbana con uno studio serio e preciso e con un piano di investimenti a breve e medio termine finalizzato alla risoluzione di tali problematiche. Questa sarà a breve la sfida a cui le prossime amministrazioni saranno chiamate a cimentarsi.