Conoscere le origini del pianeta, insieme ad alcuni fondamenti della scienza, dell'astronomia, della biologia e della geologia, non è solamente un'attività accademica. Capire determinati meccanismi, infatti, aiuta a comprendere al meglio anche delle dinamiche estremamente pratiche riguardanti la società odierna. Con questo spirito il professor Lucio Allegretti, stimato e apprezzato docente con una vastissima esperienza di studi nel settore, racconterà l'origine del nostro pianeta in una serie di conferenze che compongono l' "Ottobre Scientifico" in programma alla Biblioteca di Genzano ogni lunedì alle 17.00.
Prof. Lucio Allegretti, insieme alla Biblioteca di Genzano, al Comune ad all‘APS Arcipelago ha messo a punto una programmazione di incontri su più temi denominata “Ottobre Scientifico”. In primo luogo, perché proprio questo ciclo di seminari? Questa iniziativa nasce da una idea di portare e fare cultura in un tessuto sociale che, a livello locale, negli ultimi anni si è venuto, se non proprio sfaldando, certamente indebolendo nella sua trama. Spesso si sente dire che due anni di pandemia hanno lasciato il segno, facendo venire a galla frustrazioni, insoddisfazioni, stati di impotenza ed alienazione. Questo è in parte vero, ma non è tutto. Non a caso ho usato l’espressione “venire a galla”, per il semplice fatto che tutto ciò era già presente in buona parte nella nostra società che sta ormai da molti anni vivendo quella condizione di alienazione determinata da un modello industriale prima e post-industriale e tecnocratico poi. Un ciclo di seminari seguiti da dibattiti, e quindi che prevedono anche la partecipazione attiva e non solo passiva di un pubblico, assume così una doppia valenza: essere occasione di rinsaldare un tessuto sociale ed al tempo stesso promuovere una mentalità scientifica stimolando la curiosità su un tema di grande attualità, come quello ambientale, che ci coinvolge tutti. Lei si occuperà di spiegare l’origine del pianeta per vivere consapevolmente l’ambiente di oggi. In che modo conoscere la storia del pianeta ci aiuta ad abitarlo meglio nel nostro quotidiano? Essere coscienti delle origini del nostro stesso ambiente, del nostro stesso mondo, ci fa comprendere come esso sia prezioso. Pianeti abitabili, adatti per l’insediamento della vita nel nostro Universo, sicuramente ne esistono. In molti corpi celesti, come anche comete ed ultimamente anche su Marte, sono state scoperte molecole organiche prebiotiche, come aminoacidi: tutto ciò fa presupporre che la vita è possibile non solo sulla nostra Terra. Il fatto è che pur essendo molto probabile che nell’intero Universo esistano altri pianeti simili al nostro e con le medesime condizioni ambientali, ciò è però altamente infrequente. Non è possibile per noi trovare un pianeta di ricambio, perché le enormi distanze interstellari sono un ostacolo a nostri ipotetici viaggi spaziali. In definitiva, non si può pretendere di trovare un pianeta come il nostro dietro l’angolo, per cui questa nostra Terra teniamocela ben stretta!
Secondo Lei esiste un problema di divulgazione della cultura scientifica attraverso i mass media e non solo? Certamente! Questo è un problema cruciale per il nostro Paese. In Italia esiste un buon terzo di popolazione analfabeta o analfabeta di ritorno: gente che se anche esce dalla scuola dell’obbligo, per anni non studia più, non legge né un libro, né un giornale; vi è poi un altro terzo di popolazione che, seppur non analfabeta o semianalfabeta, però presenta un livello di cultura scarsissimo. Tutto ciò fa sì che un saper pensare, un saper riflettere sui fatti con spirito critico, sia qualche cosa di assente in moltissime persone. Abbiamo avuto nel nostro Paese una TV generalista che con i suoi programmi spazzatura, vera fogna (mi si perdoni il termine poco elegante) dello spettacolo e dell’informazione hanno diseducato intere generazioni. Si crede che, solo perché viviamo in una società altamente tecnologizzata, sia per questo diffusa una mentalità scientifica e si viva in una società civile: niente di più falso!
Nel primo incontro incontro si occuperà di origine, evoluzione e struttura del pianeta. Che tipo di approccio avrà con i fruitori dei seminari? Le prime due conferenze, proprio per gli argomenti trattati, avranno una impostazione improntata sull’aspetto scientifico. Naturalmente ho cercato di fare una buona informazione e divulgazione scientifica evitando aspetti specialistici e cercando di stimolare più la curiosità. Mi rendo conto di trovarmi a che fare con un pubblico variegato e il bello del far cultura è proprio quello di rendere fruibile il patrimonio del sapere a chiunque. Avendo alle spalle una esperienza di insegnamento anche a livello universitario, mi rendo conto di quanto sia importante l’aspetto pedagogico e la qualità di una pedagogia si misura anche in base al suo successo ed agli obiettivi raggiunti.
Cosa rischiamo, come cittadini, se non mostriamo consapevolezza dei nostri ecosistemi? Moltissimo, il nostro stesso futuro e quello dei nostri figli! A volte un nostro piccolo gesto di disattenzione, di noncuranza nei confronti dell’ambiente può sembrarci insignificante. Tanti piccoli gesti sbagliati, però, ripetuti quotidianamente da milioni di individui, si sommano e determinano i gravi disastri. Si pensi solo all’inciviltà, alla stupidità ed all’incoscienza di tutti coloro che si ostinano a non differenziare correttamente i propri rifiuti: questi andranno ad intasare ancor più discariche piene all’inverosimile con un impatto ambientale e sul territorio a dir poco devastante. Vi sono poi individui che scaricano elettrodomestici dismessi e detriti di ristrutturazioni edilizie in siti di interesse naturalistico (come ho potuto personalmente appurare girando per zone afferenti al parco dei Castelli Romani). Queste persone, se scoperte, andrebbero perseguite con multe elevatissime e per me, se necessario, si dovrebbe arrivare anche al sequestro ed alla confisca parziale o totale dei loro beni. Su questo tema io sono durissimo e non conosco perdono!
Quali sono i luoghi comuni più difficili da sradicare sul tema dell’ambiente, degli ecosistemi e delle origini del pianeta? Questa domanda si ricollega in parte alla mia precedente risposta. Per molta gente pare che si possa trattare l’ambiente come una enorme pattumiera senza fondo. Molti si preoccupano solo di ciò che sta dentro le proprie mura domestiche, di ciò che è di loro stretta proprietà; non si rendono conto che tutti noi facciamo parte di uno stesso ecosistema della cui salute non possiamo buggerarcene. Quando il nostro pianeta collasserà definitivamente, non ci sarà più stato sociale, conto in banca, ideologia o religione che potrà salvarci. Ho nominato a proposito la religione ed io, non credente, non vorrei sembrare irrispettoso nei confronti del sentimento altrui, però una piccola riflessione la vorrei fare. Se veramente esistesse un Dio di giustizia, sicuramente alla fine dei tempi ci presenterebbe un bel conto da pagare come responsabili della rovina di ciò che di più bello ha creato! Non a caso un pontefice come Papa Francesco, nella sua famosa enciclica “Laudato sii” ha voluto porre l’attenzione proprio sul tema ambientale. Non si può predicare amore verso il prossimo se non si ha amore e rispetto per ogni forma di vita.
La Sua formazione e la Sua esperienza l’hanno aiutata nell’acquisizione di questo Suo percorso di conoscenze; perché ha deciso di metterle a disposizione di tutti noi? Il grande valore del sapere, della conoscenza sta nel fatto che questi possano diventare patrimonio comune: solo così il sapere diviene cultura, la conoscenza diviene progresso. Spesso si confonde il termine “erudizione” con “cultura”; esiste però una essenziale differenza fra i due: l’erudizione rappresenta un patrimonio strettamente personale, senza dubbio lodevole, che aggiunge valore a colui che la possiede; la sola erudizione però non crea progresso, non crea crescita collettiva che è anche crescita di civiltà. Chi mette a disposizione degli altri il proprio sapere, la propria esperienza, le proprie capacità, contribuisce a creare attorno a sé progresso, civiltà, una pedagogia del bene volta ad edificare quella dimensione dell’umanesimo che si deve rinnovare di generazione in generazione. Aristotele diceva che esiste una differenza fra l’uomo che sa e colui che sa trasmettere il proprio sapere: il primo è un erudito, il secondo è uno scienziato; il primo è un lodevole allievo, il secondo è un Maestro (con la M maiuscola!).
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