Politica, senso civico e il caso virtuoso dei giardini di largo Peppino Impastato a Velletri
In diverse occasioni mi è capitato di osservare che, avendo nei miei anni passati viaggiato un po’ per l’Italia e un po’ per l’Europa, ho avuto modo di osservare culture e territori diversi. Immancabilmente sovviene quasi d’istinto far paragoni fra le diverse realtà con cui si è venuti in contatto ed avendo avuto modo di vivere e studiare diversi anni in Germania, terra a me rimasta sempre cara, non a caso il paragone con essa mi sovviene quasi naturale. Ora, e di ciò mi duole assai, devo riconoscere che fra le molte realtà territoriali a me note per diretta esperienza, quella relativa alla città di Velletri rappresenta uno degli esempi più negativi per ciò che concerne la cementificazione selvaggia ed il conseguente consumo di suolo, l’insensibilità verso le tematiche ambientali, la viabilità cittadina e il verde pubblico. Un insensato scempio edilizio è sotto gli occhi di tutti; l’insensibilità verso l’ambiente è palese se si pensa al disboscamento selvaggio del Monte Artemisio; l’istituzione di parchi e nuove aree verdi cittadine pare sia qualche cosa dell’altro mondo, dal momento che nulla più è stato fatto o detto circa la sorte della ex area 167, la quale avrebbe dovuto vedere il sorgere di un nuovo parco con la piantumazione di svariati alberi d’alto fusto. Per quanto riguarda la situazione del Monte Artemisio, l’opera di disboscamento (contrabbandato come selettivo e controllato) ha visto l’intervento usuale di macchinari e mezzi pesanti che inevitabilmente hanno arrecato danni irreparabili al sottobosco ed al relativo bioma (insieme delle specie animali, vegetali e delle preziosissime varietà micotiche caratteristiche di tali ambienti). Un misto quindi di totale ignoranza a livello scientifico, imperizia, incuria e malafede si abbatte in questo caso come una mannaia sugli ecosistemi più ricchi in biodiversità e proprio per questo più delicati e che andrebbero preservati come il patrimonio più prezioso presente sui nostri territori.
Inoltre un importante fattore, in quanto a tutela ambientale e sfruttamento di energia rinnovabile, è rappresentato dal discorso inerente le comunità energetiche: sono queste delle strutture in cui impianti fotovoltaici collocati su edifici pubblici o in altri siti disponibili, potrebbero fornire energia elettrica per intere comunità di quartiere, con notevole sgravio di spese per molti utenti e con un impatto più che positivo sull’ambiente. In altri Paesi, Germania e Paesi scandinavi in testa, questa idea è realtà da molti anni ed anche in Italia non mancano esempi virtuosi in proposito. Nella politica di Velletri tutto questo manca.
Per me fare politica significa mettere le proprie capacità e la propria esperienza al servizio del cittadino, proporre progetti e metterli in atto riuscendo a programmare azioni ed interventi con cognizione di causa e conoscenza scientifica. Quando, nel seguire una campagna elettorale, sento parlare solo di accordi che si fanno e poi si disfano per poi ricucirsi di nuovo, di alleanze che prima si dichiarano, poi si cambiano; quando vedo che è più importante offrire cene elettorali che parlare dei problemi veri; quando vedo la solita girandola di mille promesse fatte sul teatrino della propaganda; quando vedo che si ricordano di parlare di ambiente sotto le elezioni proprio coloro che dell’ambiente se ne sono sempre infischiati e che l’unico ambiente che conoscono è unicamente il proprio tornaconto, allora a chi dovrei dar la mia fiducia?
Intanto a Velletri l’unica iniziativa degna di plauso e di lode che ho constatato con qualche sopralluogo di persona è stato il recupero di aree verdi, la piantumazione di alberi d’alto fusto e la pulizia e cura dell’area verde afferente al piazzale intitolato a Peppino Impastato esclusivamente dovuti alla buona volontà di qualche privato cittadino volenteroso che, spendendo anche di tasca propria, ha voluto dare un esempio di vera civiltà forse ignota alla stragrande maggioranza dei nostri politici!
Lucio Allegretti