Per ricordare i soci fondatori e i tanti artisti dell'associazione culturale veliterna La Vigna dei Poeti prematuramente scomparsi, è stato scelto ancora una volta, come luogo d'incontro, El Barrio Caffè, un locale storico di Velletri adiacente la chiesa di san Martino, che ben si adatta alle esigenze moderne di una sala da tè, ben restaurata e funzionale per ogni tipo di evento pubblico e culturale. Nato 30 anni fa con altre denominazioni, per poi giungere all'attuale nome definitivo in uso da ben 25 anni (nome suggerito dalla professoressa - poetessa Luigina Ruffolo e subito adottato dai soci di allora) La Vigna dei Poeti ogni anno cresce e si rinnova acquisendo nuova carica interiore e creativa. La tessitura poetica presentata al pubblico il 24 febbraio scorso ha evidenziato l'eleganza recitativa dei partecipanti ma soprattutto ha evidenziato lo spessore culturale e umano di artisti che purtroppo non sono più tra noi. Ogni parola affidata al tempo trascorso ha brillato di intime emozioni, sensazioni riportate alla luce, esperienze di vita vissuta: un grande bagaglio lasciato come preziosa eredità ai posteri, i quali, di questo bagaglio ne hanno fatto tesoro.
Trame emotive di enorme spessore, quelle delle poesie di Renzo Nanni, docente ma innanzitutto poeta e socio fondatore dell'associazione: alpino della famosa brigata Julia fu uno dei pochi sopravvissuti alla decimazione. Le poesie scritte in quel periodo da un ragazzo ventenne hanno la candida consapevolezza di un evento troppo grande da capire e da accettare. Tornato a casa ebbe modo di elaborare quella tragedia immane che in seguito lo porto' a scrivere una raccolta di poesie intitolata "L'avvenire non è la guerra". La sua esperienza militare si svolse in alcuni luoghi dove oggi, quasi un secolo dopo, si sta consumando una tragedia analoga. Oltre a Renzo Nanni, i poeti della Vigna scomparsi sono: Aristide Mele, Giuseppina Gombini, Anna Grifoni, Romano Mastrogirolamo, Giulio Montagna, Lucia Mammucari, Damiano Zuccaro, Angelo Borgognoni, Maria Luisa Melo, Lidia Giorgi, Gina Quaglia. Alcuni di loro sono stati artisti di cuore perché la loro poesia saliva proprio dal cuore, senza passare da scuole e studi, senza tecniche presunte i particolari: ma ogni parola era un palpito, un battito cardiaco che raccontava con sensibilità estrema i sentimenti umani che appartengono a tutti e che ora sono patrimonio della Vigna e di tutti coloro che amano la poesia e da essa attingono il meglio per farne un vessillo di vita che li contraddistingue.
Marisa Monteferri