Non ho certo aspettato questa luttuosa emergenza- si parla e scrive di 5000 espropri soprattutto di terreni agricoli produttivi – per interessarmi dell'ambiente veliterno, già prima degli anni ottanta ero riuscito ad ottenere dal CNR la misurazione del tasso d'inquinamento da gas di scarico delle vie cittadine, e dal primo costituirsi del comitato di cui sopra ho fatta intimamente mia l'esigenza morale, civile, religiosa e politica di difendere il suolo veliterno da questa aggressione asfaltatrice, cementificatrice e devastatrice dell'agricoltura.
Ma è proprio adesso, che, dopo un ventennio di resistenza del comitato e dei cittadini schierati con esso, sembra che, anziché demordere definitivamente, i programmatori ed organizzatori di questa operazione siano venuti al dunque.
Eppure, direi ogni giorno dal primo in cui l'idea venne lanciata, la sua inattualità, inutilità, diseconomicità, sono andate crescendo.
Ogni giorno ci ha dimostrato che le uniche crescite garantite da nuove asfaltature sono il numero dei morti in incidenti procurati dagli esaltati dall'alta velocità, o dal tasso sempre crescente di sfruttamento disumano degli autisti dei TIR, e di tutti gli inquinamenti connessi.
Ogni giorno ci ha dimostrato più vera, più necessaria, più vitale, in una parola PRIORITARIA l'attività di produzione agricola diretta, perchè in definitiva non si mangiano bitcoin, microprocessori, piattaforme digitali, ma quello che la terra produce. Visto che si parla tanto di patria, ditemi se i più veri patrioti, e spesso di grado eroico, sono o no quelli che, magari vendendo il latte a meno dell'acqua minerale, resistono nel farci arrivare in tavola prodotti del nostro suolo?
E dovremmo spazzarne via tanti, come insetti insignificanti, e per di più a finanziare la devastazione di questo territorio con le tasse che paghiamo?
Viaggiando spesso sul tratto Velletri- Latina ho avuto l'idea di proporre tutta la campagna veliterna alla protezione dell'UNESCO come patrimonio dell'Umanità.
Perchè questa campagna rappresenta la storia d'un popolo come e più degli edifici urbani , perchè è opera del lavoro di decine di generazioni che non l'hanno mai abbandonata; e mai più di oggi è doveroso restarle sopra, per farla produrre.
Concludo con un appello agli “uomini rappresentativi” di Velletri, affinchè prendano posizione pubblica su questo punto.
Se pensano che l'opera in questione s'abbia a fare, che lo dicano, che ci convincano.
Intendo il neo Vescovo, anche stante l'esempio dell'attuale pontefice nella difesa dell'ambiente e dei piccoli agricoltori. Intendo il Sindaco, che non credo proprio voglia sottrarsi a dichiarare cosa pensi su questo punto Intendo la magistratura, che ha tutte le armi del diritto.
Sarebbe bello vincere ancora- ma non, come finora,per incapacità istituzionale a portare avanti l'operazione, bensì per “ravvedimento operoso” degli esecutori in seguito alla pressione sacrosanta d'un'opinione pubblica responsabile, mobilitata anche e soprattutto dall'azione informativa del comitato.
Sarebbe un bell'esempio di vera democrazia.
E i soldi risparmiati potranno esser spesi in mille altri modi, tutti migliori.