Il 12 settembre 1990 si apre una ferita che sanguina dopo trentadue anni, come il primo giorno. A Velletri, in una zona di campagna non lontana dalla via Appia, un militare ed esperto di guerre elettroniche, Davide Cervia, scompare misteriosamente in prossimità della propria abitazione. Ha delle competenze e delle conoscenze in ambito tecnico e militare come pochi altri: per questo, come testimoniato da un vicino di casa, viene prelevato con la forza e sottratto alla sua vita, ai suoi cari, a sua moglie e ai suoi due figli e di lui si perderanno le tracce.
I DEPISTAGGI
I primi depistaggi sono banali e poco fantasiosi: si dice che Davide sia fuggito con un'altra donna. Peccato che non ci sia un solo elemento a suffragare questa tesi. Ma, come si dice, la bugia ripetuta tante volte diviene una mezza verità: a furia di non parlare di "rapimento", si fatica a comprendere che si tratti di un "rapimento" e anche ben organizzato. La storia di Davide Cervia è una sorta di partita a ping pong ad armi impari: da una parte la famiglia, con la caparbietà della moglie Marisa e dei figli Erika e Daniele, che insieme ai loro legali sono in grado - da soli - di scoprire quello che nessuno vuole si scopra. Dall'altra una serie di muri di gomma, rappresentati da chi vuole far passare Davide Cervia per un elettricista o poco più e addirittura fatica a far spuntare fuori il foglio matricolare.
IL RUOLO DELLA STAMPA
E la stampa? Ha un ruolo. "Chi l'ha visto?", ad esempio, con la conduzione di Donatella Raffai riesce a ritrovare la macchina parcheggiata in via Marsala, zona Termini. Si comincia a indagare sulle qualifiche di Davide Cervia. La guerra è vicina, l'Italia ha un ruolo attivo, servono tecnici che facciano funzionare i macchinari elettronici, l'urgenza è tale che non ci si possono permettere trattative o rifiuti: o vieni, oppure ti preleviamo noi. Questa equazione, in fondo semplice, pare cominciare a dare qualche risultato. Nel frattempo la famiglia fra minacce, lettere anonime, telefonate e quant'altro prosegue un calvario che ad oggi, 12 settembre 2022, non è finito.
L'ULTIMA PAURA DELLA FAMIGLIA
Della storia di Davide Cervia è stato detto tutto in alcuni ottimi libri che giornalisti coraggiosi e autori di inchieste accurate hanno dato alle stampe, ricostruendo le incongruenze una dopo l'altra. L'ultimo timore - probabilmente fondato, dato che sin qui non ha mai sbagliato - di Marisa Gentile, moglie di Davide, è che adesso serva un cadavere da far passare per quello di Davide Cervia così da poter chiudere il caso. Questo significherebbe che Cervia è ancora vivo o che, dato che nessuno dirà mai la verità, si vuole dare una sepoltura a un uomo per placare la famiglia? Tanti i punti oscuri di una vicenda su cui purtroppo anche i media da un po' di tempo a questa parte hanno spento la luce. E invece, semplicemente, quando un cittadino scompare in circostanze misteriose e addirittura un Ministro della Difesa ammette le responsabilità dello Stato in questa scomparsa, tutta la comunità dovrebbe eticamente e moralmente partecipare alla ricerca. Utopia? Forse, ma solo questo può dipanare il mistero più fitto della storia d'Italia.