Un concorso per la memoria dei Martiri di Pratolungo a Velletri

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 Il giorno di lunedì 27 marzo scorso si è svolta presso i locali parrocchiali di Località Pratolungo nel Comune di Velletri la cerimonia di premiazione dei partecipanti al “Concorso Letterario Martiri di Pratolungo – Silio Papacci”. Hanno partecipato al concorso diverse classi provenienti da istituti di istruzione primaria e media inferiore di Cisterna di Latina e Velletri.

La cerimonia si è aperta alle ore 10.00 con i saluti di Fabio Bonanni, presidente della sezione ANPI “Edmondo Fondi” di Velletri e di Gianmarco Tora, presidente della sezione ANPI di Cisterna di Latina. Alle ore 10.20 hanno fatto seguito i saluti del Sindaco di Velletri Orlando Pocci e del Sindaco di Cisterna di Latina Valentino Mantini, mentre alle ore 10.40 Walter Fabiani, in rappresentanza del Comitato Martiri di Pratolungo, ha portato un particolare contributo porgendo anch’egli i suoi saluti a tutti i convenuti. Successivamente Paolo Angeloni, in qualità di segretario della sezione ANPI di Velletri, ha illustrato i dettagli del concorso. Vi è stata poi la presentazione della Commissione giudicante presieduta dal Prof. Carlo Corsetti, mentre fra i membri della commissione erano presenti: Paolo Carotenuto (storico, giornalista), Ilaria Orsolini (autrice tesi di laurea sull’eccidio di Pratolungo), Franco Bene (Presidente Auser), Sergio Gotti (artista), Laura Rosati (giornalista).

I successivi interventi sono stati del Prof. Carlo Corsetti e della Sig.ra Monia Pederiva, quest’ultima pronipote di Silio Papacci.
    Ha fatto seguito la premiazione degli elaborati vincenti e la lettura da parte degli stessi tenuta da Pasquale Larotonda, attore radiofonico ed insegnante di dizione. La cerimonia si è conclusa alle ore 12.00 con i saluti di chiusura. È qui doveroso ricordare che simili iniziative tendono a recuperare e mantenere sempre viva la memoria storica di fatti avvenuti sui nostri territori verso la fine del secondo conflitto mondiale e che spesso rischiano di cadere nell’oblìo. Il 19 febbraio del 1944 in località Pratolungo nelle campagne intorno a Velletri si verificò un eccidio per mano di un reparto delle truppe di occupazione naziste, che vide trucidati 12 civili innocenti, di cui il più giovane fu Silio Papacci poco più di un bambino. Tale eccidio fu perpetrato come rappresaglia per la morte di un militare tedesco, ucciso da un contadino del posto che voleva difendere la propria moglie da un tentativo di violenza.

Vi sono eventi della Lotta di Liberazione e del periodo che vide verso la fine della guerra il territorio del nostro Paese devastato non solo materialmente, ma anche moralmente, con lutti e dolori che colpirono tanti innocenti e le loro famiglie, che spesso sono considerati secondari: ciò è dovuto al fatto che, per le circostanze storiche del momento, tali accadimenti quasi sembravano eclissarsi di fronte all’enormità di altre stragi perpetrate su vasta scala. Il dolore però che da questi eventi, per sin troppo tempo quasi dimenticati, scaturiva non era inferiore di certo a quello che seguiva tante altre atrocità. Bisogna sempre mantenere viva la memoria storica e considerare che il nostro stesso territorio è come un libro che ci parla e ci invita a sfogliare le sue pagine, quelle pagine scritte anche con il sangue ed il dolore di molti dei nostri padri, dei nostri nonni e di tutti coloro che ci hanno preceduto. È doveroso, a tal fine, portare avanti una continua azione pedagogica, coinvolgendo in primo luogo i più giovani e gli Istituti di Istruzione, educando le nuove generazioni al ripudio di ogni forma di violenza, della guerra e di ogni ideologia, come quella rappresentata dalla nefasta dittatura fascista, istruendo gli studenti delle scuole sui contenuti della nostra stessa Costituzione e promuovendo iniziative di educazione sociale diffusa a tutti i livelli. Una iniziativa come quella promossa nell’ambito del concorso letterario intitolato ai Martiri di Pratolungo non può che essere un ingrediente prezioso per la formazione di futuri cittadini, i quali portino sempre dentro di sé quei valori di civiltà e di umanità senza i quali non vi potrebbe essere futuro per un popolo.

Lucio Allegretti