In data 19 marzo 2011 il Comune di Velletri intitolava a Peppino Impastato un grande largo cittadino alla presenza del fratello Giovanni. La figura di Peppino Impastato, giornalista coraggioso, membro dell‘allora formazione politica di “Democrazia Proletaria”, sincero ed instancabile militante comunista, assassinato dalla mafia all’età di soli trent’anni il 9 maggio del 1978 a causa delle sue denunce contro Cosa Nostra, non dovrebbe mai essere dimenticata. L’impegno di Peppino Impastato non si limitò solo nel denunciare i legami oscuri fra mafia, politica, apparati ed istituzioni dello Stato, ma fu anche un impegno politico e sociale a tutto tondo, come dimostrato dalla sua presenza a fianco di Danilo Dolci in iniziative quali la “Marcia della protesta e della pace” avvenuta nel marzo del 1967. La sua attività di dirigente comunista in varie organizzazioni politiche ed eventi culturali lo caratterizzò come un instancabile organizzatore ed attivista politico-culturale di sinistra ed antimafia.
Perché ricordare questa figura? Per me la risposta potrebbe già essere una e lapidaria: per l’esempio che diede con la sua stessa vita. La persona di Peppino Impastato, a mio parere, merita di essere accostata a quelle belle figure di partigiani ed antifascisti che, a prezzo della propria vita, hanno fatto sì che molti di noi nascessero e vivessero in un Paese libero, in una democrazia, pur con tutte le incompletezze ed i difetti che ad essa vogliano attribuirsi. La memoria di certi nomi, di coloro che quei nomi hanno rappresentato, di ciò che hanno fatto e del messaggio che ci hanno trasmesso è fondamentale, è fattore irrinunciabile: essa diviene attraverso la storia stessa vero e proprio retaggio di civiltà; l’oblìo di una tale memoria non può che aprire la strada verso l’abisso della barbarie.
In ragione di quanto fin qui esposto si può comprendere lo spirito che ha animato un gruppo di privati cittadini di Velletri, instancabili, decisi e volenterosi, a prendersi cura del giardino afferente al largo intitolato a Peppino Impastato, non lontano dalla stazione ferroviaria della cittadina dei Castelli Romani, e a voler dedicare questa stessa area verde alla memoria di quello stesso eroico giornalista, il quale, con il suo stesso impegno politico e sociale, rappresentò un grandissimo esempio di civiltà. Gli stessi cittadini hanno, con azione spontanea e grande senso civico, speso del proprio tempo, lavoro ed anche della propria tasca, per ripulire e recuperare un’area verde lasciata praticamente in abbandono, destinata a divenire abituale discarica da parte di incivili avvezzi a gettarvi involucri di alimenti e recipienti di bevande acquistati presso qualche esercizio in zona. Lo spirito con il quale questi cittadini degni di lode agiscono è orientato da un duplice desiderio: un aspetto di recupero ambientale ed uno di recupero sociale.
Come in altre occasioni da me osservato, la città di Velletri patisce, vuoi per uno sviluppo urbanistico non proprio felice, vuoi per incuria e conclamata miopia politica, di una mancanza di aree verdi e di luoghi che per la cittadinanza possano rappresentare quella “agorà”, quei punti di ritrovo e di aggregazione sociale nei quali poter ricucire quel tessuto fatto di rapporti umani che per troppi anni è andato sempre più smagliandosi fino a subire quelle vere e proprie lacerazioni rappresentate anche da fenomeni di disagio giovanile e di diffusione di uso di psicofarmaci e droga (fenomeni questi mai messi sufficientemente in evidenza). Il recupero dell’ambiente con l’istituzione e realizzazione di aree destinate a verde pubblico, oltre che quel grandissimo valore sul piano ecologico (ad incominciare dalla qualità dell’aria), acquisisce anche quella grande valenza sociale che si traduce in un indubbio miglioramento della qualità della vita per tutta la cittadinanza.
Proprio nello spirito di quanto fin qui esposto, nel giorno di lunedì 8 maggio scorso, un gruppo di cittadini di Velletri, i quali hanno collaborato al recupero dell’area verde afferente al piazzale intitolato a Peppino Impastato, si sono ritrovati in loco per affermare la propria volontà ed il proprio impegno nel portare avanti una iniziativa che possa determinare per la propria città una svolta verso nuove e fattive politiche ambientali e sociali: si è trattato di un evento che ha visto i preziosi e graditi interventi di Giulia Ciafrei e Stefano Pennacchi. Sono stato a dir poco onorato di aprire di persona gli interventi: non sono cittadino di Velletri, in quanto residente a Genzano; amo comunque Velletri e ci tengo al suo futuro come se fosse casa mia e personalmente auspico che fra Velletri e Genzano, come fra tutti gli altri Comuni del territorio dei Castelli Romani, possa istituirsi e consolidarsi quella rete solidale fatta di collaborazione e reciproca intesa in campo ambientale, sociale e culturale. Si tratta di un cammino che deve prescindere da beghe di partito ed alleanze politiche; se vi devono essere alleanze, siano esse alleanze di civiltà ed amore per il nostro territorio e la nostra gente.
Lucio Allegretti