Velletri 2030: dal PIL al BES
Il 18 marzo 1968 l’allora Senatore degli Stati Uniti Robert Kennedy tenne all’Università del Kansas un celeberrimo discorso sul concetto di PIL (Prodotto Interno Lordo). Di seguito il testo del discorso. “Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […]. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”. Il discorso è disponibile su YouTube al link: https://www.youtube.com/watch?v=MgfFdv6us_o
Anche se ancora oggi si usa il parametro PIL per misurare la crescita economica di una comunità, ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) da oltre dieci anni ha avviato un Progetto di definizione di un certo numero di Indicatori allo scopo di misurare il Benessere Equo e Sostenibile (BES) di una Comunità. Il Rapporto BES fornisce annualmente un quadro complessivo del benessere, analizzandone lo sviluppo per fornire informazioni utili ad una più completa visione delle condizioni della società italiana. Lo corso 17 Aprile ISTAT ha presentato l’undicesima edizione del Rapporto ISTAT – BES 2023. Attraverso l’analisi di un ampio insieme di Indicatori statistici, vengono usati 152 Indicatori nell’edizione 2023, integrata da approfondimenti tematici, il Rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere che si possono osservare nei 12 Domini in cui si articola il BES: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi. Il Rapporto è disponibile al sito ISTAT e si può scaricare da: Leggi il volume. Un lavoro importantissimo che merita di essere studiato, fondato su dati e analisi statistiche, ma per forza di cose che si ferma a livello regionale.
Nel 2016 il BES è entrato a far parte del processo di Programmazione Economica: sono stati scelti 12 Indicatori dal totale degli Indicatori proposti e, per un insieme ridotto di 4 Indicatori selezionati dal Ministero Economia e Finanza (MEF) è previsto un allegato del Documento di Economia e Finanza (DEF) che riporti un’analisi dell’andamento recente e una valutazione dell’impatto delle politiche proposte. Inoltre, a febbraio di ciascun anno vengono presentati al Parlamento il monitoraggio degli Indicatori e gli esiti della valutazione di impatto delle politiche governative.
Il 25 settembre 2015 è stata approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda 2030, costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – (Sustainable Development Goals, SDGs). Le due linee di ricerca ISTAT – BES e Agenda 2030, apparentemente poco congruenti, marciano parallelamente e con diversi punti in comune. Infatti, a partire dal 2016, agli Indicatori e alle analisi sul Benessere si affiancano gli Indicatori per il monitoraggio degli Obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, scelti dalla comunità globale delle Nazioni Unite grazie a un accordo politico tra i diversi attori, per rappresentare i propri valori, priorità e obiettivi.
E a livello locale che succede? Velletri 2030 con l’introduzione del concetto di Misura e il rilascio nel dicembre 2019 del Documento “Misuriamo la Comunità per uno sviluppo sostenibile” cerca di sopperire alla mancanza di dati e di confronto a livello locale, mancando un vero ufficio di statistica locale. Il Documento, scaricabile dal sito di Velletri 2030 propone uno strumento pensato per consentire a una qualsiasi Amministrazione cittadina, che intende avviare un percorso di Sviluppo Sostenibile, di fare un’auto-analisi della situazione di partenza e stabilire su base scientifica delle priorità di intervento rispetto a diversi obiettivi temporali. Il tutto finalizzato a stabilire una correlazione tra gli Indicatori ISTAT – BES, gli SDG dell’Agenda 2030 e il DUP (Documento Unico di Programmazione). Ma servono risorse, impegno, e soprattutto serve acquisire la cultura del dato. Anche se inconsapevoli, siamo tutti al centro dell’economia dei dati.
“Senza un cambiamento culturale e di mentalità non ci può essere sviluppo sostenibile. Questo ha bisogno di innovazione e riguarda tutti” (Enrico Giovannini – Innovation Village Award, 20 Dicembre 2018)
Sandro Bologna
Presidente Velletri2030