Velletri 2030 e le misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze

Altre Notizie

Negli ultimi mesi è cresciuto l’interesse verso l’obiettivo tredici dell’Agenda 2030 “Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze”.

Il 16 Febbraio, 2023, sul portale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) è stata pubblicata la proposta di Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC)  ( link )   aperta al contributo dei cittadini, delle comunità e di tutti i soggetti, pubblici e privati. La consultazione sarà attiva per quarantacinque giorni.  Il PNACC è chiamato a indicare la strada per migliorare la capacità di adattamento dei territori, rafforzandone la resilienza e riducendo le vulnerabilità esistenti, intervenendo sui sistemi naturali, sociali ed economici non solo per contenere i rischi, ma anche per cogliere eventuali opportunità che si potranno determinare da nuove condizioni climatiche. Lavorare sull’adattamento serve a proteggere quelle comunità che abitano territori minacciati da fenomeni come la desertificazione, l’erosione costiera, il dissesto idrogeologico, l’innalzamento del livello dei mari, l’aumento delle temperature. Ragionare in questi termini significa non limitarsi solamente all’investimento post-catastrofe volto alla ricostruzione ma prevenire le conseguenze più tragiche e quindi, in ultima analisi, salvare vite. 

Il 20 Febbraio, 2023, Legambiente ha fatto un comunicato stampa in cui dice: “Se continuiamo di questo passo rincorreremo sempre le emergenze. Il Governo definisca una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare con interventi  di breve, medio e lungo periodo che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione di prelievi e di sprechi d’acqua fin da subito”. Laghi e fiumi sono in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, mentre in montagna è scarsa la neve accumulata. È quanto sta accadendo in Italia, a metà febbraio, complice l’aumento delle temperature superiori ai valori di riferimento, le scarse precipitazioni e a una crisi climatica che non guarda in faccia a nessuno.

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) nell’ultima Newsletter del 3 Marzo, 2023, pubblica un editoriale dal titolo “Allarme siccità: non solo un’emergenza, ma un problema da affrontare in modo sistemico”. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), infatti, una percentuale fra il 6% e il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti a una siccità severa o estrema. Dati alla mano, è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata, ha dichiarato il presidente dell’Associazione Nazionale dei consorzi di Bonifica e Irrigazione (ANBI), Francesco Vincenzi. La scarsità di pioggia (-61% nel bacino del Po e dell’Appennino) e neve (-53% sull’arco alpino) dell’ultimo mese rispetto alla media degli ultimi dieci anni preannuncia così quella che rischia di essere l’estate più siccitosa di sempre, dopo il pericoloso assaggio di un’Italia inaridita già avuto nel 2022. La siccità comporta, dunque, gravi impatti ambientali ed economici, ma non dimentichiamoci che tutto questo sconvolgimento rappresenta anche un forte rischio sociale. Il film “Siccità” di Paolo Virzì lo racconta molto bene, attraverso le immagini di rivolte, di lavori persi, ma anche di egoismi e paura: l’aridità dei paesaggi diventava metafora anche dell’aridità umana.

Venerdì 3 Marzo, 2023, sono tornati in piazza gli attivisti del movimento Fridays for Future con manifestazioni in diverse città italiane. Tommaso Martelli dell’Unione Degli Studenti ha detto “oggi 3 Marzo scendiamo in piazza perché vogliamo delle scuole e delle università ecologiste, realmente attive nel contrasto all’emergenza climatica. Sono necessarie misure come l’introduzione di una didattica ecologista, che sappia consapevolizzare sulle cause e sulle possibili risoluzioni al cambiamento climatico. Vogliamo inoltre la costruzione di comunità energetiche in tutte le scuole e in tutte le università, per impedire che queste siano dipendenti da aziende energetiche private. È necessario investire anche sul trasporto pubblico, in modo da renderlo sostenibile e accessibile a tutti gli studenti.