Velletri 2030: intelligenza artificiale e parità di genere

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In occasione della Giornata Internazionale della Donna tante sono state le manifestazioni condite di buone parole e buoni propositi, poche quelle che hanno cercato di dibattere il tema del contributo dell’Innovazione Tecnologica ed in particolare dell’Intelligenza Artificiale al conseguimento della Parità di Genere.

E’ da qualche anno che si parla dell’uso di Applicazioni basate sul paradigma dell’Intelligenza Artificiale (IA). A tutti piace chiedere a voce informazioni tramite il proprio Smartphone, una voce femminile ci risponde pacatamente e più o meno in maniera esaustiva. Dal Novembre scorso si parla insistentemente di ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer) rilasciato dalla Società OpenAI . Il suo scopo principale è imitare l’interlocutore umano, ma lo strumento è oggi anche in grado di comporre musica, scrivere saggi, rispondere a domande, giocare o scrivere programmi informatici. Nel farlo, mostra le tipiche debolezze che caratterizzano tutti gli strumenti di IA: i risultati sono una riproduzione di contenuti già esistenti, anche se spesso modificati. Non contengono né creatività né opinioni proprie e spesso sono poco precisi.

Purtroppo le diverse applicazioni di Intelligenza Artificiale di più largo utilizzo non fanno altro che riproporre il solito paradigma sulla disparità di genere, che il genere umano ripropone costantemente dalla sua nascita. Ruoli e manzioni diverse per maschi e femmine, in primo luogo nella famiglia e nell’educazione dei figli. Perchè ai maschietti regaliamo il trenino e alle femminucce le bambole Barbie? Parliamone! Questa differenza di genere la ritroviamo anche nelle applicazioni più evolute dell’Intelligenza Artificiale. Il tema è stato trattato da Maddalena Binda sull’ultimo numero della rivista online FUTURAnetwork

I sistemi di Intelligenza Artificiale, programmati prevalentemente da uomini, rischiano di riflettere e riproporre stereotipi di genere. La maggior parte degli strumenti di assistenza vocale, ad esempio, hanno una voce femminile e spesso un comportamento sommesso.  Per evitare che questo accada occorre includere le donne nelle fasi di sviluppo, incentivando la formazione in discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), ancora troppo spesso considerate professioni esclusivamente maschili.

L’Intelligenza Artificiale potrebbe favorire o frenare il progresso verso l’uguaglianza di genere? Da un lato può ridurre i pregiudizi di genere nei processi decisionali. Dall’altro può anche portare avanti e persino amplificare i pregiudizi se addestrata su dati distorti. Ad esempio, è stato dimostrato che gli algoritmi di riconoscimento facciale hanno tassi di errore più elevati per le donne e le persone di colore.

L’uso di voci femminili per assistenti virtuali e altri sistemi di riconoscimento vocale può rafforzare lo stereotipo della donna come sottomessa e addetta alla cura, cosa che può avere implicazioni anche nel mondo reale.  È importante che gli sviluppatori lavorino per creare sistemi di riconoscimento vocale più inclusivi e rappresentativi di generi e background culturali diversi. Una crescente diversità nel campo dello sviluppo dell’IA è fondamentale per ridurre i pregiudizi di genere. Questo significa non solo diversità di genere, ma anche di razza, etnia e altri fattori che possono influenzare il modo in cui le persone pensano e affrontano i problemi.

 L’istruzione è una parte importante del problema. È essenziale sensibilizzare il pubblico in generale su come funziona l’IA e su come può essere influenzata dai pregiudizi di genere. Significa educare le persone su come vengono addestrati gli algoritmi di Intelligenza Artificiale, su come prendono decisioni e su come possono rafforzare stereotipi di genere esistenti. Alcuni studi hanno suggerito che le donne potrebbero essere più vulnerabili alla perdita di posti di lavoro a causa dell’automazione e dell’Intelligenza Artificiale. Questo perché le donne sono maggiormente impiegate in settori che comportano compiti di routine e ripetitivi, con maggiori possibilità di essere automatizzati, come ad esempio i lavori nel supporto amministrativo, nel servizio clienti e nell’inserimento dei dati. Al contrario i lavori che richiedono più creatività, pensiero critico e abilità sociali hanno meno probabilità di essere automatizzati.

In conclusione, per garantire che l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulle donne sia positivo e promuova la parità di genere, è importante investire in programmi di istruzione e formazione che aiutino le donne ad acquisire le competenze necessarie per i lavori del futuro. Questo include programmi incentrati sullo sviluppo del pensiero critico, della creatività e delle abilità sociali, nonché programmi che forniscano formazione in campi tecnici come la scienza dei dati e l’apprendimento automatico.

Tutti temi poco trattati dalle tante manifestazioni organizzate in occasione della Giornata Internazionale della Donna.