Ultimo aggiornamento:  15 Novembre 2023

Velletri, cinque anni senza don Angelo Lopes

La mattina del giorno di San Clemente del 2018 si diffuse in città la notizia della scomparsa di Mons. Angelo Lopes, Arciprete della Basilica di San Clemente, amato e stimato da tutta la comunità cittadina. Sono trascorsi cinque anni da quel giorno e sentiamo il dovere di ricordare questa importante figura di sacerdote e di uomo che ha rappresentato una pagina fondamentale della vicenda umana di Velletri e dell’intera Diocesi.

Don Angelo, come eravamo e siamo abituati a chiamarlo, è stato protagonista e testimone di alcuni importanti avvenimenti che hanno caratterizzato la storia della chiesa veliterna dopo la seconda guerra mondiale, ma anche il promotore di importanti opere di restauro e riqualificazione delle aule liturgiche delle chiese che gli sono state affidate durante il suo lungo cammino pastorale durato esattamente quarantaquattro anni. 

Nato a Velletri a ridosso della bella chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo il 1° Marzo del 1926, in età adolescenziale si era aggregato all’Arciconfraternita di Maria SS.ma del Gonfalone della quale negli ultimi anni della sua vita fu anche Primicerio. Dopo le scuole elementari entra nel Seminario Minore di Velletri mentre era rettore dello stesso Mons. Achille Onorati

Riceve una formazione di alto spessore culturale che gli faciliterà il compimento degli studi minori, quelli maggiori dopo aver ricevuto come si diceva all’epoca “gli ordini” li compie presso il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, insieme all’amico di sempre Mario Sansoni.

Nel 1949 il Cardinale Vescovo di Velletri Clemente Micara lo nomina beneficiato corale residenziale della Cattedrale di San Clemente, sul posto lasciato vacante da Don Pio Galatini chiamato parroco a Borgo San Michele (Lt). Il 25 Marzo del 1950 in pieno Anno Santo, il Cardinal Micara lo ordina Sacerdote insieme a Mario Sansoni, richiamandolo subito in Diocesi come prefetto del Seminario.

In questa veste accoglie i giovani Paolo Picca e Gino Orlandi che iniziavano il loro cammino verso l’altare, nel 1954 arriva la prima esperienza pastorale con la nomina a Parroco di San Pietro in Formis in Campomorto ( Campoverde di Aprilia).

Arrivava in luogo storicamente noto come l’inizio delle Paludi Pontine, prima di lui c’era stato Don Fernando De Mei, che aveva scelto di non abitare in parrocchia, Don Angelo raccontava che ci sono voluti svaritati giorni per poter rendere la canonica abitabile e con tenerezza ricordava le prime difficoltà di relazioni con una comunità molto particolare che mostrava ancora ben chiari gli strascichi di pre bonifica.

Insomma il progresso a Campomorto tardava ad arrivare, molte cose è stato lo stesso Don Angelo ad introdurle avvicinando così molti alla frequenza più attiva della Parrocchia e sopratutto per i giovani che erano praticamente soli ma non certo per colpa di qualcuno ma per le circostanze e l’ambiente in cui erano vissuto complicato ancora di più dalle sofferenze inferte al territorio dalla guerra. 

Dopo quattro anni nel 1959 arriva a Don Angelo la nomina ad Arciprete Parroco di San Michele Arcangelo di Roccamassima  qui potè lasciare una traccia più profonda del suo ministero, tanto da essere anche proclamato cittadino onorario. A San Michele Don Angelo restò fino al 1966 quando in seguito alla nomina di Don Quinto Ciardi ad Arciprete della Cattedrale venne chiamato dall’amministratore apostolico Mons. Pintonello a Velletri come Arciprete Parroco del SS.mo Salvatore.

Nomina provvidenziale perchè l’anno seguente il 12 Settembre 1967, venne reso noto il provvedimento con cui si smembrava tutto il territorio della Diocesi cadente in provincia di Latina per creare l’attuale sede di Latina – Terracina – Sezze e Priverno. 

Nel 1974 con la nomina di Mons. Eteocle Trocchi a Vicario Generale delle unite in persona episcopi Diocesi di Velletri e Segni Don Angelo viene nominato dall’aministratore apostolico Mons. Punzolo Parroco della Parrocchia della Cattedrale di San Clemente ed introdotto nel Capitolo della stessa cattedrale.

Iniziano così 24 lunghi anni nei quali ha speso tutte le sue energie a favore di quella che chiamava “il bel San Clemente” sia dal punto pastorale che materiale quando entrò erano ancora ben visibili alcune delle ferite inferte dalla guerra alla grande aula liturgica. Sebbene colmate le lacune dovute alla perdita del catino dell’abside con il grande mosico dell’artista ungherese Giovanni Haynal e alla perdita del grande affresco del soffitto con la tela di Angelo Canevari tanto restava ancora da fare.

Il terzo centerario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie fu la felice occasione per il restauro della Cappella di San Geraldo grazie alla munificenza del Dr. Marcello Pellegrini, nel 1992 Edmondo Campana rifece sulla scorta di quelle esistenti prima della guerra le decorazioni della navata centrale, intanto con una sottoscrizione tra gli abitanti della Parrocchia vennero rifatti tutti i banchi della navata centrale.

Anima di questa iniziativa fu la signora Clara Pace Zaccagnini, grazie a Don Angelo tornò agli antichi splendori “la rizza” argentea che copre l’icona della Madonna delle Grazie in questa occasione si potè appurare le i due diademi posti sulla testa della Madre e del Bambino erano di metallo non nobile.

Una ricerca d’archivio chiarì l’interrogativo, quelle auree con cui la venerata icona venne incorata nel 1682 furono razziate dai francesi nel 1799 insieme all’intero tesoro.

Nel 1983 il primo dei due grandi eventi dolorosi vissuti dal Canonico Parroco della Cattedrale, stiamo parlando del saccheggio del Museo Capitolare nel quale finì la Croce Veliterna e i preziosi ostensori donati al Santuario da Re Ferdinando delle due Sicilie e dal Beato Pio IX.

Nel 1985 al caveau della Banca Popolare del Lazio in Via del Comune viene messo a segno un colossale furto, nella refurtiva anche l’intero tesoro della Madonna delle Grazie, precisamente quello raccolto da dopo la spoliazione francese a quella data. Si dissolse una notevole quantità di oggetti che rappresentavano al di là del loro valore materiale la devozione di un popolo verso la sua protettrice.

Sull’onda emotiva del furto nacque l’Associazione Culturale Portatori Maria SS.ma delle Grazie il cui statuto fu dettato al canonico Mons. Giuseppe Centra. Nel 1988 la sacra Immagine della Madonna delle Grazie lascia il suo santuario per andare pellegrina a Lariano.

Dopo la scomparsa di Don Quinto Ciardi avvenuta nel 1991 si era reso vacante l’officio di Arciprete del Capitolo nel 1994 il Vescovo Andrea Maria Erba lo conferisce a Don Angelo, nel frattempo era stata restaurata la Cappella del SS.mo Sacramento, e avviato il restauro degli arredi lignei della Sagrestia per arrivare poi all’importante intervento sulle coperture della cattedrale.

Nel 1997 vive la gioia del ritrovamento e della riconsegna della celebre Crux Veliterna.

Nel 1998 il Vescovo Andrea Maria Erba nomina Don Angelo vicario generale della Diocesi, chiamando parroco della Cattedrale Mons. Franco Risi. Ma l’amore di Don Angelo per San Clemente non cessa. 

Promuove a sue spese il restuaro della tela rappresentante il santo vescovo Gerardo e delle due grandi tele poste nelle nicchie laterali nella Cappella del SS.mo Sacramento. 

Grazie all’impluso di Don Angelo, al sostanziale contributo dell’amministrazione comunale e di un privato cittadino nel 2004 sono state realizzate dal maestro orafo Mario Cipriani nuove preziose coronee auree che dopo la benedizione del Vescovo Andrea Maria Erba sono state nuovamente poste sulla testa della Madonna delle Grazie e del Bambino.

Lasciato l’incarico di Vicario Generale a Mons. Cesare Chialastri, Don Angelo ha continuato a svolgere il suo ministero celebrando la Messa in Cattedrale, nella Chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo essendo Primicerio dell’Arciconfraternita di Maria SS.ma del Gonfalone alla quale si era aggregato in gioventù, e nella piccola Chiesa di San Giuseppe alla Via dei Laghi.

Da parroco della Cattedrale ha accolto i vescovi Dante Bernini (1974) , Martino Gomiero (1982) e Andrea Maria Erba (1989) che venivano a prendere possesso della Diocesi, i Cardinali Sebastiano Baggio (1974) Joseph Ratzinger (1993) che venivano a prendere possesso del titolo suburbicario, mentre come Arciprete ha accolto il Vescovo Vincenzo Apicella (2006) e il Cardinale Francis Arinze (2005) che veniva a prendere possesso del titolo suburbicario succedendo al Cardinale Ratzinger eletto Papa con il nome di Benedetto XVI

E’ stato lui ad accogliere nel 1980 San Giovanni Paolo II che veniva in visita a Velletri e nel 2007 Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) che tornava tra noi dopo la sua elezione al soglio di Pietro

A cinque anni dalla sua scomparsa era doveroso un ricordo, affinchè i giovani conoscano la sua figura di uomo e di sacerdote e la memoria resti. 

Alessandro Filippi

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