“Velletri città ecosostenibile”: parola a Massimo Morassut (Verdi e Sinistra/Velletri Beni Comuni)
Si parla molto di ecosostenibilità come traccia per il futuro, nonchè linea guida per le amministrazioni locali. Massimo Morassut, candidato al Consiglio Comunale con Verdi e Sinistra/Velletri Beni Comuni per Pocci Sindaco, in vista del convegno con importanti esponenti del partito Verde proprio sul tema di città ecosostenibile ha spiegato in termini pratici cosa significhi applicare la sostenibilità ad un luogo come Velletri. Ecco le risposte alle nostre domande.
Come rendere Velletri una città ecosostenibile?
La sostenibilità, in senso lato, è un termine abusato che spesso si allontana dal suo originario significato. E’ invece chiaro il suo contrario: l’insostenibilità dell’attuale relazione con l’ambiente che ci ospita! Se si condivide questa premessa, Velletri, come altre realtà territoriali deve puntare a migliorare questa relazione. Le strade sono diverse. In primo luogo, cogliere tutte le opportunità normative e finanziarie che consentono la manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare pubblico e privato per la riqualificazione energetica; ottimizzare il ciclo dei rifiuti; rivisitare il Piano regolatore attualmente vigente; tutelare e valorizzare il patrimonio paesaggistico, ma soprattutto promuovere forme stabili di confronto con i cittadini da cui dipende gran parte del successo di certe scelte, che non si possono imporre.
In che modo una Amministrazione comunale può sposare lo sviluppo sostenibile sul piano pratico?
I Comuni, vivono non da oggi, una grave crisi finanziaria. I trasferimenti diretti dallo Stato non sono adeguati e solo una spiccata e originale capacità progettuale può assicurare un’utile integrazione. Per questo, prima delle risorse finanziarie, ci vuole un progetto e le amministrazioni comunali possono fare molto orientando l’iniziativa privata, come quella di altre pubbliche amministrazioni del territorio. L’adesione formale agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, del Comune di Velletri è sicuramente un fatto positivo. Ora si dovrebbe dare gambe a questi buoni propositi monitorando con parametri oggettivi l’evoluzione di determinati processi. Il Goal 11 parla proprio di “Città e Comunità sostenibili” dando più elementi concreti di riferimento.
Cosa deve cambiare per imprimere una svolta alle politiche locali e indirizzarle verso il concetto di ecosostenibile?
Come dicevo, al di là del merito, la transizione ecologica, è un termine molto efficace che dà l’idea di un processo, lungo e complesso, che tuttavia non si può realizzare se la cittadinanza, l’opinione pubblica e le sue articolazioni non ne condividono scelte, obiettivi, percorsi e aggiungo anche costi. C’è in questo la necessità di recuperare il senso più alto della politica, esaltandone la funzione “educante” oggi di fatto annullata dalla perdita di autorevolezza. Ma la sfida è questa, non ci sono scorciatoie se si vuole tentare una strada diversa.
Esempi pratici di eco-sostenibilità applicata alla vita quotidiana di una città
Due esempi concreti. I consumi idrici degli immobili pubblici non sono monitorati in continuo ed eventuali sprechi per cause diverse o prelievi impropri non sono rilevabili, perché nessuno controlla, ma paga in automatico. Questo è un doppio spreco di risorse, così come sono da verificare i livelli di differenziazione dei rifiuti provenienti da strutture pubbliche, che in molti casi potrebbero essere nettamente al di sotto degli standard medi delle utenze domestiche che certamente oggi sono significativamente altri. Concludo dicendo che il punto di vista ecologista, non è una bandierina di un partito, ma è la bandiera da alzare senza esitazioni nello spazio più fertile che è rappresentato dai Progressisti in genere. Non è facile ne scontato, ma necessario e noi oggi saremo, con i vertici della nostra organizzazione, a ricordarlo anche in questa campagna elettorale per le amministrative.