Velletri, l’intervista all’autore di gialli e thriller Michele Franco: “Mi piace creare misteri”
Lo scrittore Michele Franco, classe 1985, ha parlato dei suoi ultimi due romanzi. Il genere che predilige è il giallo, insieme al thriller paranormale. Un gusto letterario nato dall’esperienza, forte, da lettore che lo ha visto approfondire e leggere i principali classici a tema. Tra le ultime fatiche letterarie dell’autore “La verità dietro la morte”, storia di Albert Shenker, docente di educazione fisica, durante una rapina rimane ucciso ma, quando sta per essere seppellito, resuscita. Entrando in contatto con la mente perversa di un serial killer, scopre di essere un veggente e decide di aiutare la giustizia. Oltre a questo romanzo, nella nostra intervista abbiamo parlato con lui anche de “Il venditore ambulante”, altra opera che stavolta si occupa del personaggio Jack Malton, omone dall’aspetto buffo e dal carattere gentile che, lentamente, soppianta il vecchio venditore di panini del luogo, mentre altra gente sparisce senza lasciare traccia. Ecco le risposte che ci ha dato Michele Franco: buona lettura!
Michele, quando ha iniziato a scrivere e da quanto tempo coltiva questa passione?
Ho iniziato la mia carriera letteraria sin da molto giovane, in particolare all’età di tredici anni e ciò è avvenuto a seguito della scoperta di un videogioco che inizialmente mi ha traumatizzato e, successivamente, ho amato: Resident Evil 2. Mi ha spinto ad approfondire e quindi a leggere molti autori come Stephen King, Howard Phillips Lovecraft, Edgar Allan Poe, Agatha Christie, Mark Billingham, Dennis Lehane ma anche a seguire registi come Dario Argento, John Carpenter, George A. Romero ed altri.
Il genere giallo è molto particolare e per certi versi complesso, poiché è necessario fare attenzione a ogni dettaglio. Cosa la colpisce di questo genere, da lettore?
Da lettore mi colpisce il mistero e la suspense che il genere riesce a trasmettermi: a me piace molto cercare di capire chi è il colpevole ed essere coinvolto nella storia.
Cosa, invece, da scrittore la induce a cimentarsi in questo lavoro letterario?
Come scrittore è la stessa cosa vista dal verso opposto: mi piace creare misteri e trasmettere suspense e paura a chi legge.
L’horror è un capitolo a parte: che cosa la intriga di questo genere?
Per quanto riguarda il genere horror, mi intriga la sensazione di orrore, di disgusto che trasmette. L’horror è la base della fiaba, però con un finale spesso negativo. Ovviamente se devo leggere o vedere una storia di paura non mi butto su questo genere ma sul thriller o, meglio ancora, sul thriller paranormale, il mio genere preferito.
Arriviamo ai suoi lavori: “La verità dietro la morte” parla di un assassinato che resuscita e si mette in connessione con un serial killer. Poi è una corsa contro il tempo… ce lo racconta?
Per quanto riguarda ‘La verità dietro la morte’, è un thriller psicologico paranormale e, per la sua realizzazione, mi sono ispirato ad un autore quale Oscar Wilde, in particolare all’opera ‘Il ritratto di Dorian Gray’. Il romanzo si divide in due parti: una metà più ordinaria, che si pre senta come un classico thriller, con alcune contaminazioni paranormali ed una seconda che, pur rispettando lo stile della prima, poi vira in un’altra direzione, fino ad arrivare ad un finale a sorpresa. Sarà proprio nella seconda metà che si rileveranno alcune somiglianze con ‘Il ritratto di Dorian Gray’. Non aggiungo altro altrimenti c’è rischio spoiler…
“Il venditore ambulante” è invece un libro denso di mistero, con sparizioni e un nuovo personaggio che sostituisce a poco a poco quello vecchio… ci narra, in breve, cosa aspettarci dalla lettura di quest’opera?
Per quanto riguarda ‘Il venditore ambulante’ mi sono ispirato ad una storia vera. Casualmen te ho trovato diversi video sulla vita di uno spietato serial killer realmente esistito, un tale Joseph Roy Metheny, detto anche Joe il cannibale. Mi hanno colpito particolarmente sotto ogni punto di vista e ciò mi ha fatto accendere la famosa lampadina che ha portato alla stesura di un nuovo thriller. In un primo momento ho avuto la tentazione di realizzare un romanzo biografico, ma poi ci ho ripensato: troppe complicazioni. Quindi mi sono limitato ad ispirarmi a questo fatto di cronaca nera e poi ho giocato di fantasia, inserendo anche personaggi spiritosi che sono serviti a smorzare un po’ l’elevata efferatezza. Ho preferito realizzare una storia tendente al mistery perché non amo troppo lo splatter ma ciò, ovviamente, non significa che abbia scritto un thriller tranquillo, privo di descrizioni forti.
Progetti futuri a livello editoriale?
Per quanto riguarda il futuro mi sto accingendo a correggere un nuovo romanzo, ben diverso dalle mie opere precedenti, ma che comunque mantiene sempre una venatura mistery: si tratta di un romanzo di formazione a sfondo thriller in cui, all’interno dell’opera, sarò presente anche io come autore.