Velletri, partecipato incontro con Loredana Macchietti per parlare di Cuba e del lavoro di Gianni Minà
Domenica scorsa, 19 gennaio, il Dopolavoro Ferroviario di Velletri ha ospitato l’iniziativa organizzata dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba – Circolo Camilo Cienfuegos di Velletri – e Fondazione Gianni Minà alla presenza della moglie del grande giornalista e scrittore, Loredana Macchietti Minà. Quest’ultima è la curatrice del volume “Fidel, un dialogo lungo 30 anni” che è stato lo spunto per riflettere sia sul ruolo del giornalista e sulla capacità che Gianni Minà ha avuto di sintetizzare le epoche attraverso la sua penna sopraffina sia sulla questione cubana, sempre di grande attualità e spesso politicizzata e strumentalizzata da sostenitori e detrattori che ne fanno risultare un’immagine del tutto parziale e molto lontana dal vero.
A fare gli onori di casa in rappresentanza del Dopolavoro Ferroviario è stato Stefano Pennacchi, ex consigliere comunale veliterno, il quale ha sottolineato l’importanza del lavoro di testimonianza portato avanti durante la lunga carriera da Gianni Minà e il grande insegnamento che lo stesso ha lasciato, ovvero quello di informarsi e approcciarsi alle notizie con spirito critico. Successivamente è intervenuto, in rappresentanza del circolo di Italia-Cuba Velletri, Antonio Della Corte per salutare i presenti e dare il benvenuto a Loredana Macchietti Minà. Il circolo aveva già organizzato a Rieti un incontro con l’autrice e Della Corte ha spiegato come nel libro la Macchietti non si limita a raccontare del rapporto tra Gianni e l’isola di Cuba ma interviene anche sulle modalità e sui metodi di lavoro del giornalista.
È intervenuto anche il presidente nazionale dell’Associazione Italia-Cuba Marco Papacci, il quale ha letto una serie di statistiche riguardanti la società cubana smentendo i mass media che spesso la dipingono in maniera nera e strumentale. L’isola di Cuba non è una società perfetta ma va in una direzione che cerca di garantire equità a tutte le fasce della popolazione, a cominciare da sanità e istruzione gratuite, e soprattutto è duramente messa alla prova dal blocco economico imposto dagli Stati Uniti che impedisce a medici, insegnanti e professionisti di vario genere di svolgere le loro mansioni per la mancanza di generi di prima necessità, dalle siringhe ai quaderni. Eppure nonostante questo i principi di solidarietà che guidano la società non impediscono ai medici di partire con delle vere e proprie brigate a sostegno delle popolazioni più bisognose, che non sono tanto lontane da noi se si pensa che da molto tempo proprio in Calabria, in diversi ospedali, operano un ragguardevole numero di medici cubani a sostegno di quelli italiani per una cooperazione fruttuosa di cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, tanto che lo stesso Presidente della Regione Calabria, di centro-destra, non ha potuto fare a meno di lodarli rivendicando con orgoglio la scelta di aprire ai medici cubani le porte della sanità calabrese.
L’intervento più atteso era quello di Loredana Macchietti, che si è soffermata anche da un punto di vista tecnico sul modo di fare giornalismo, oggi spesso confuso con una banale divulgazione Social. Gianni Minà era abituato a parlare con le persone direttamente e soprattutto a vivere sul campo, e è stato capace di descrivere situazioni che spesso venivano presentate dai media ufficiali esattamente all’opposto di come erano. Una situazione che anche in tempi recenti continua a verificarsi, ha aggiunto Marco Papacci portando la propria personale esperienza del recentissimo viaggio in Venezuela in occasione della proclamazione del presidente Maduro: tutti i telegiornali e le agenzie di stampa italiane e internazionali hanno parlato di scontri e guerriglie tra popolo e forze dell’ordine, ma lo stesso Papacci – testimone al giuramento di Maduro – non ha visto nulla di tutto questo trovandosi nei luoghi che i giornali dipingevano come teatro di violenti scontri. Per Loredana Macchietti il problema dei social è uno di quelli principali, poiché proprio su questi mezzi di comunicazione alla portata di tutti circolano notizie artatamente fuorvianti o addirittura false e questo contribuisce alla formazione di opinioni pubbliche di massa basate su presupposti errati.
Il dibattito è proseguito proprio analizzando gli episodi e gli aneddoti della carriera di Minà che danno la cifra della sua statura morale e intellettuale, così come danno un’idea di quanto fossero diversi i tempi passati. I racconti riguardanti il rapporto tra Minà e i vertici Rai ne sono l’emblema: in occasione della prima intervista a Fidel, ha raccontato Loredana Macchietti, ci fu un tentativo di tagliare il materiale che Minà aveva faticosamente e professionalmente messo a disposizione dell’azienda e ciò avvenne naturalmente per questioni politiche. L’allora direttore della Rai non esitò a difendere Gianni Minà pur specificando di non essere assolutamente né un sostenitore di Fidel né un sostenitore delle sue teorie. Un esempio di professionalità ed etica che oggi si farebbe fatica, probabilmente, a trovare. Altri aneddoti riguardano proprio i rapporti che Gianni Minà ha intrattenuto con Fidel Castro e con tanti altri personaggi che ha intervistato e conosciuto o con i quali ha collaborato ad esempio Troisi, Maradona, Garcia Marquez o Salvatores, tanto per fare alcuni nomi. È preziosa informazione il fatto che tutto il materiale messo a punto da Gianni Minà è oggi censito e disponibile gratuitamente sul sito della Fondazione Gianni Minà, la cui presidente è proprio la moglie Loredana.
Un patrimonio inestimabile che racconta Il Novecento e che può essere scaricato e consultato da chiunque. La giornata si è conclusa con diverse domande dal pubblico e altri temi di riflessione, per un’iniziativa di successo che nonostante il maltempo e la dimensione naturalmente non massiva degli argomenti ha richiamato oltre quaranta persone nei locali del Dopolavoro, a testimonianza che il nome di Gianni Minà è ancora oggi una garanzia di dibattito di qualità, proprio quello che dovrebbe fomentare e favorire un giornalista degno di questo nome.