La bravura di Marco Baliani e il dramma di “Kohlhaas” per il gran finale di “ViviVelletri

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Una lettura calda e garbata, un uomo al centro del palco che con la sola forza della voce riesce a raccontare con disarmante bravura una storia troppo complessa e per nulla banale, eppure incredibilmente lineare grazie alle doti interpretative di Marco Baliani. Serata di altissimo livello quella che ha concluso la rassegna “Vivi Velletri”, organizzata dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri diretta da Giacomo Zito con il contributo economico della Regione Lazio.

Proprio il direttore artistico, nell’accogliere le tante persone nuovamente accorse nel Chiostro del seicentesco ex Convento del Carmine, ha parlato di “viaggio”: un cammino condiviso, tra artisti e pubblico, in sedici serate tra aprile e settembre dove a essere protagoniste assolute sono state le forme d’arte pura, dal teatro alla musica. Giacomo Zito ha dato il benvenuto a Marco Baliani, che con la sua mimica e i precisi mutamenti vocali ha immediatamente trascinato gli spettatori all’interno della storia. La storia di Michele Kohlhaas muove da un fatto di cronaca accaduto nel ‘500 in Germania. Scritto da Heinrich von Kleist, narra di un sopruso irrisolto generatore di violenze.

Michele è un mercante di cavalli e rimane suo malgrado vittima della corruzione nella giustizia statale. Non trova altra via che trasformarsi in brigante a causa dei torti subiti, in una spirale che Baliani descrive magistralmente. Questo capolavoro del teatro di narrazione, con la regia di Maria Maglietta, fa dell’essenzialità scenografica il suo punto forte. Un uomo al centro del palco basta per disegnare nella mente del pubblico immagini come cavalli che rifiutano l’acqua e diventano pelle e ossa, servi del barone che spuntano dai cespugli e braccano il protagonista, un errore commesso che stravolge la vita. La legge è una parola di cinque lettere, ma ha preso il cuore di Michele e lo ha confinato in un recinto.

La ferita di Kohlhaas, che Baliani mette in scena dal 1989, ha meritato gli applausi del Chiostro di Velletri e chiuso alla grande una rassegna di successo. La seconda edizione va agli archivi con molte presenze e migliaia di emozioni: la magia del teatro in un luogo storico (valorizzato e fatto conoscere anche grazie alle visite guidate gratuite curate dalla dottoressa Sara Di Luzio e organizzate dalla Fondarc) si è puntualmente verificata in ogni sera. L’appuntamento è per il prossimo anno!