“La notte che converte”

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Gv 3,1-2.16-18

TESTO

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte…

Gesù disse a Nicodemo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 

COMMENTO

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte,…

Sarebbe opportuno sussurrare appena attorno alle conversioni di persone che nella società ricoprono ruoli di un certo rilievo.

Noi, invece, le conversioni che riteniamo importanti le trasmettiamo per televisione e i battesimi di personaggi di un certo rilievo li facciamo amministrare nelle Basiliche da illustri prelati. Per cui quegli avvenimenti che suppongono il clima mistico della semplicità, acquistano il sapore amaro della propaganda e scavano solchi profondi tra le religioni, le altre che senza interesse stanno a guardare.

La riservatezza non ha nulla a che vedere con la paura, ne tantomeno col disimpegno, quando all’anima che si converte si imprime una spinta forte per il cambiamento. 

Lo stesso Nicodemo che oggi si mostra timoroso nel travaglio della sua conversione, apparirà uomo di coraggio quando pubblicamente difenderà Gesù dinanzi ai giudici: “Nicodemo (uno di loro, quello che prima era andato da lui) disse: «La nostra legge giudica forse un uomo prima che sia stato udito e che si sappia quello che ha fatto?» (Gv 7,50-51); o quando come amico sarà presente nella prova devastante del Calvario:  “Nicodemo, che in precedenza era andato da Gesù di notte, venne anch’egli, portando una mistura di mirra e d’aloe di circa cento libbre. Essi dunque presero ilcorpo di Gesù e lo avvolsero in fasce con gli aromi, secondo il modo di seppellire in uso presso i Giudei.” (Gv 19,39-40)

Il buio della notte avvolse di riservatezza e di intimità la conversione di Nicodemo e non fu rispetto umano il suo, ma crescita silenziosa di un germoglio che nel silenzio della terra mise radici profonde.

 “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito…”.

L’amore di Dio non è uno schema teologico, ma è l’inizio di un dialogo vitale tra Creatore e creatura. Il Figlio nasce al mondo, perché il Padre ha tanto amato il mondo…

Là dove il cristianesimo si impone in forza delle leggi va a morire miseramente nella noia delle forme e nella sterilità delle prediche. Là dove l’amore respira a pieni polmoni lontano dai pregiudizi e fuori dagli intrighi di potere, là si concretizza il dono ineffabile del Figlio unigenito.

“Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui…”.

Io, povero peccatore, rafforzo la mia fede, partendo proprio dalla miseria che mi opprime. Toccare il fondo significa anche trovare la forza ultima per tornare a galla. Comunque non sarà semplice la risalita del convertito, perché la sua onestà potrebbe cedere alla falsa luce degli encomi e il tremore che lo pervade potrebbe subire l’ubriacatura degli entusiasmi di piazza.

Caro convertito, lascia che  il respiro dell’anima si espanda, dopo la risalita, sul filo dell’acqua… in solitudine. Coraggio!… Solo qualche bracciata e sarai sulla riva, dove ad accoglierti  troverai la pace.